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Catania, 20 furti in casa al giorno rom e “locali” si dividono la città

Catania, 20 furti in casa al giorno rom e “locali” si dividono la città

Gli stranieri prediligono le zone centrali della città, dal corso Italia al viale Vittorio Veneto, da via Vincenzo Giuffrida al viale Libertà, dalla parte alta di via Etnea al viale Mario Rapisardi

Di Vittorio Romano |

CATANIA – Secondo il Censis, che ieri ha diffuso i risultati di uno studio nazionale, i furti in abitazione sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Si tratta di un reato che crea forte allarme sociale e contro il quale il governo ha allo studio norme per garantire una pena effettiva per gli autori e un prolungato percorso riabilitativo. In controtendenza rispetto alle rapine e agli scippi, che vedono il Sud, e in particolare Napoli e Catania, ai primi posti per numero di reati consumati, i furti nelle case colpiscono di più il nord-ovest.   Questo, però, non significa che Catania sia un’isola felice. Tutt’altro. Ogni giorno le sale operative di polizia e carabinieri ricevono tra le 8 e le 10 telefonate da parte di persone che, rientrando, trovano la casa “visitata” dai ladri. Ma non tutte le vittime di furti telefonano al 112 o al 113. Ci sono quelle che non dicono niente a nessuno e altre che si recano dalle forze dell’ordine per sporgere denuncia. Insomma, il fenomeno a Catania è presente e purtroppo non accenna a scomparire. «Gli zingari sono specializzati nei furti in appartamento – dice il dott. Antonio Salvago, capo della Squadra Mobile della questura -, ma ci sono anche delinquenti locali che si dedicano principalmente a questa losca attività. Di recente abbiamo fatto diversi arresti, assicurando alla giustizia sia stranieri sia italiani. Tra questi ultimi c’è anche qualche incensurato. Le motivazioni che spingono a commettere un furto in casa possono essere tra le più svariate, e negli ultimi anni un ruolo l’ha giocato pure la crisi economica. Un fatto, però, è certo. La gente perbene non va a rubare nemmeno quando è sull’orlo del baratro, ma cerca sempre di trovare un modo onesto per guadagnarsi da vivere».   Spesso i malviventi riescono a entrare nelle case con estrema facilità. «Da quando hanno scoperto la chiave “bulgara”, semplice da reperire anche tramite internet – dice Daniele De Girolamo, responsabile dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura – questi delinquenti hanno la meglio su molte serrature, tranne quelle che montano la chiave “europea”. Si tratta soprattutto di stranieri dell’Est europeo che, a differenza dei ladri locali, prediligono agire nelle zone centrali della città, dal corso Italia al viale Vittorio Veneto, da via Vincenzo Giuffrida al viale Libertà, dalla parte alta di via Etnea al viale Mario Rapisardi, tanto per fare qualche esempio. I “nostri” invece si spingono oltre, Canalicchio, Barriera, San Giovanni Galermo, Scogliera fino ad Aci Castello. Quasi ci fosse un tacito accordo». L’ARTICOLO COMPLETO SU “LA SICILIA” IN EDICOLA

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