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Sequestro gallerie della metro di Catania: il Tribunale dice no

Sequestro gallerie della metro di Catania: il Tribunale dice no

Rigettato la richiesta di sequestro dei due tratti di galleria Borgo-Nesima e Giovanni XXIII-Stesicoro: l’accusa sostiene che sono stati realizzati con cemento depotenziato. Ma a ditta subentrata nei lavori avrebbe fornito garanzie

Di Redazione |

CATANIA – La seconda sezione penale del Tribunale di Catania ha rigettato la richiesta di sequestro dei due tratti di galleria, Borgo-Nesima e Giovanni XXIII-Stesicoro, della metropolitana di Catania con l’accusa che siano stati realizzati con cemento depotenziato. La Procura l’aveva sollecitato lo scorso 27 gennaio nell’ambito del processo a 10 imputati per la realizzazione del metrò da parte della Ferrovia circumetnea (Fce). Secondo la tesi dell’accusa, le gallerie sarebbero potenzialmente a rischio e quindi andrebbero chiuse e messe in sicurezza. Per il Tribunale la ditta subentrata nei lavori avrebbe fornito garanzie su interventi appositi interventi di messa in sicurezza.   L’udienza è stata poi caratterizzata dalla deposizione dell’ex commissario della Fce, Mario Spampinato, che ha detto di avere stato oggetto di diverse interpellanze parlamentari di varie aree per volontà della politica di ostacolare il suo operato. Il processo riprenderà il prossimo 24 marzo Dal fascicolo della Procura di Catania sull’inchiesta erano state già stralciate le posizioni dell’imprenditore Enrico Maltauro, coinvolto nelle indagini su Expo 2015, e Giuseppe Chiofalo, ex capo della segreteria tecnica del sottosegretario ai Trasporti Raffaele Gentile. Gli atti erano stati trasferiti a Messina per competenza.   Il Tribunale di Catania oggi ha dato notizia che per i reati di due degli imputati, Tuccio D’Urso e Elena Molinaro, è intervenuta la prescrizione. La Procura di Catania aveva chiesto il rinvio a giudizio per 12 indagati. Informazioni di garanzia erano state notificate, il 16 ottobre del 2012, a imprenditori, funzionari e privati professionisti. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono truffa aggravata, falso e frode nelle pubbliche forniture.

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