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Il treno del Colle non arriva in Sicilia

Il treno del Colle non arriva in Sicilia

Di Carlo Anastasio |

Lo stile di Francesco, Pontifex simplicissimus, si è insediato anche nello storico palazzo dei Papi: al Quirinale ora brilla la semplicità di Sergio Mattarella. Presidente sobrissimo, Mattarella viaggia come e con i comuni mortali: a Palermo è andato con un volo di linea, a Firenze con treno e tram. Il nuovo capo dello Stato, di natura, è persona priva di albagia, ma certo l’esempio di Papa Bergoglio ha fatto scuola, ha dimostrato che un alto ruolo non perde nulla del suo valore, anzi probabilmente ne guadagna, se i mezzi con cui lo si esercita sono semplici. Non è la prosopopea – ovviamente, diremmo – a dare l’autorevolezza. Nel caso del presidente normo-viaggiante, poi, il buon effetto collaterale è che ci guadagnano in immagine, di riflesso, anche i mezzi di trasporto utilizzati. Gli aerei, i treni, i tram di un’Italia normale, se normalmente decorosi e funzionali e puntuali, ottengono una preziosa pubblicità dall’uomo del Colle. Ma anche in una moderna favola bella c’è sempre qualche tratto in cui può cascare l’asino, o almeno ritardare il treno. Infatti Mattarella ha preso l’aereo per venire in Sicilia, si è ben guardato dall’usare le Ferrovie dello Stato. Ve lo immaginate il presidente della Repubblica lungo una lenta odissea di linea ferrata del Sud, e a perdere magari ore immobile allo Stretto, o a scendere dal suo vagone, andare a piedi sul traghetto, e prendere un altro convoglio dall’altra parte?

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