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Ecco a cosa servono gli ottanta milioni per l’aeroporto di Catania

Ecco a cosa servono gli ottanta milioni per l’aeroporto di Catania

Previsti due nuovi parcheggi e il ripristino del vecchio scalo Morandi

Di Tony Zermo |

CATANIA – L’aeroporto di Fontanarossa arrivato a 7 milioni di passeggeri ha problemi di crescita. I principali sono l’allungamento della pista (previo interramento di un tratto dei binari di cui dovrà occuparsi la Ferrovia) e il potenziamento del radar di Sigonella che si trova in affanno perché serve sia Catania che Comiso, oltre alla base militare: un problema complesso che, a parte le risorse finanziarie, coinvolge parecchi ministeri. Quindi, o si potenza quel radar, oppure se ne costruisce un altro sganciato dalla base. Il problema è trovare i soldi. Intanto sono arrivati 80 milioni dalla Cassa depositi e prestiti e da Intesa San Paolo. E ieri al Comune, presente il sindaco Bianco prossimo socio della Sac, il presidente Bonura e l’ad Mancini della Sac hanno spiegato come saranno spesi questi soldi: 1) due nuovi parcheggi, uno sui terreni che saranno ceduti dal Comune e un altro su terreni già a disposizione; 2) riqualificazione del vecchio terminal Morandi che nei prossimi mesi in coincidenza con l’Expo ospiterà prodotti siciliani di eccellenza, un punto di vendita per prodotti di nicchia, e in futuro diventerà il terminal B per alleggerire l’affollamento attuale nei mesi di punta; 3) un riassetto dei servizi igienici carenti (ed era tempo).   Il presidente Salvatore Bonura ha messo l’accento sui posti di lavoro che queste opere procureranno alla città in una fase di crisi edilizia, l’amministratore delegato Gaetano Mancini ha sottolineato come il prestito di 80 milioni è il segno che le banche riconoscono alla Sac la capacità di produrre utili e di attrarre finanziamenti, «un aspetto importante che non credo sia scontato nel Mezzogiorno». Alla conferenza hanno partecipato anche Ivan Lo Bello socio Sac in quanto presidente della Camera di commercio di Siracusa, Roberto Vergari, direttore dell’Enac per le infrastrutture, l’advisor di Mediobanca, Massimo D’Adamo, gli esponenti degli istituti di credito che hanno concesso il prestito e i consulenti che hanno partecipato all’operazione di finanziamento.   C’è un problema di carattere internazionale che interessa anche Fontanarossa in quanto più grande scalo del Meridione. Esiste la necessità di rafforzare le radici e l’equilibrio di bilancio, e in questa direzione va l’approdo in Borsa che dovrebbe avvenire nel giro di 7-8 mesi al fine di apportare nuova liquidità. Come ha detto di recente il presidente dell’Enac Vito Riggio, nel 2014 hanno volato nel mondo 3,5 miliardi di passeggeri, di cui solo 800 milioni nei cieli dell’Europa. La crescita in Europa è stata dell’1,5% contro l’11% del mercato dell’Estremo Oriente e del 7% nell’area del Golfo.   E’ una crescita inarrestabile nonostante le disgrazie recenti tanto che Airbus e Boeing hanno costruito 1.400 nuovi aerei nel 2014. «Il ruolo crescente delle compagnie degli Emirati arabi e del capitalismo di Stato cinese sconvolgeranno il sistema – ha previsto Vito Riggio – con conseguenze letali per un mercato come quello italiano dove potranno sopravvivere solo strutture che economicamente siano in grado di autosostenersi». Ecco perché per Fontanarossa sono urgenti questi tre fattori: pista lunga, secondo terminal e approdo in Borsa. Auguri.

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