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Strage di migranti, i superstiti accusano

Strage di migranti, i superstiti accusano “Siamo affondati per colpa dello scafista”

«Naufragio per manovra errata peschereccio» / FOTO

Di Redazione |

CATANIA – L’individuazione dei presunti scafisti, la ricostruzione della dinamica del naufragio, l’accertamernto delle responsabilità. La Procura di Catania in pochi giorni fa luce su quella che potrebbe essere stata la più grave strage di migranti nel Mediterraneo. I magistrati etnei sono riusciti anche a fare chiarezza sul numero dei migranti a bordo del peschereccio naufragato al largo della Libia: si stima che nei tre livelli del barcone fossero stipate circa 850 persone. Sul numero delle vittime viene invece mantenuta ancora cautela visto che ci sono testimonianze discordanti.

All’identificazione dei presunti scafisti si è giunti grazie alle testimonianze degli altri 26 sopravvissuti, compreso l’uomo di 33 anni originario del Bangladesh arrivato a Catania in elicottero domenica e ricoverato nell’ospedale Cannizzaro. Secondo quanto riferito dai migranti, lo scafista che era al comando del barcone naufragato al largo della Libia, nel tentativo di nascondersi e di non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l’imbarcazione che sarebbe entrata in collisione con mercantile “King Jacob” arrivato nelle vicinanze per i primi soccorsi in mare. I superstiti hanno reso dichiarazioni agli investigatori del Servizio centrale operativo di Roma e della squadra mobile di Catania. L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Catania Giovanni Salvi e dal sostituto della Dda etnea Rocco Liguori.

I fermati sono il presunto comandante della imbarcazione, Mohammed Alì Malek, tunisino di anni 27 e il siriano Mahmud Bikhit, di 25 anni. Il comandante è stato fermato con l’accusa di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il siriano “solo” per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La Procura di Catania in un comunicato ha spiegato che “non è ancora possibile accertare con precisione il numero dei morti. Le indicazioni provenienti dai superstiti sono approssimative e indicano comunque alcune centinaia di morti (tra i 400 e i 950). la Guardia Costiera ha acquisito informazioni da alcuni superstiti a bordo della Gregoretti ed il report del mercantile portoghese che ha stimato approssimativamente il numero dei migranti in 850 unità. L’esiguo numero di superstiti potrebbe dipendere anche dal fatto che molti migranti, tra cui le donne e i bambini, erano stati chiusi nelle stive”.

Gli investigatori della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo, avvalendosi di unità della Polizia Scientifica e di interprete intanto, su indicazioni della Procura Distrettuale di Catania, d’intesa con la Guardia Costiera, si sono recati a bordo di elicottero del Corpo sulla Nave Gregoretti per proseguire le investigazioni. La Procura non ha escluso la necessità di una ispezione e di un eventuale recupero del relitto. 

Per quanto riguarda la dinamica del naufragio risulta che hanno concorso due cause: da un lato le manovre errate compiute dal comandante del peschereccio, che nel tentativo di abbordare il mercantile, ha portato il peschereccio a collidere con la nave più grande; dall’altra il sovraffollamento del natante, che è stato sbilanciato dalle manovre errate e dagli spostamenti dei migranti a bordo. Si è perciò capovolta. Nessuna responsabilità può profilarsi, sulla base di quanto emerso, a carico del personale della mercantile che ha doverosamente prestato soccorso e che non ha contributo in alcun modo all’evento fatale. Gli unici indagati sono dunque il comandante del peschereccio e il componente dell’equipaggio. Le indagini sono condotte dalla Guardia Costiera e dalla Polizia di Stato, Squadra Mobile di Catania e Servizio Centrale Operativo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA