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Pozzallo, volevano sbarcare con uno yacht

Pozzallo, volevano sbarcare con uno yacht Soccorsi 99 migranti, arrestati 3 scafisti

Profughi hanno pagato 8500 dollari / FOTO / VIDEO

Di Redazione |

Un vecchio Yacht di lusso per trasportare ricchi migranti, che possono permettersi di pagare 8.500 euro a passeggero, nel tentativo di farli passare come turisti. È una delle nuove tecniche di trafficanti scoperta della Squadra Mobile di Ragusa che ha fermato tre scafisti siriani. Erano alla guida del natante, con a bordo 99 profughi, compresi 23 bambini forniti di salvagente, che si è bloccato in mare per un’avaria al motore. Sono stati soccorsi da un mercantile che ha sbarato i migranti a Pozzallo.

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Lo yacht era partito dalla Turchia con a bordo palestinesi e siriani in grado di pagare una cifra tre volte superiore a quelle che – normalmente – gli scafisti pretendono. I poliziotti hanno fermato tre siriani di 25, 31 e 29 anni individuati come componenti dell’equipaggio dello yacht. Tutto è accaduto lo scorso 19 aprile quando alcuni mercantili sono stati dirittati al largo della Sicilia per una imbarcazione turca in difficoltà. Le indagini della Polizia sono state piuttosto complicate.

Tutti e 98 gli sbarcati sono di origini siriane e palestinesi elemento che il più delle volte non permette di lavorare ottenendo risultati utili, in quanto per facilità di comunicazione tra loro e per timore di tradire comunque un connazionale che poi può compiere delle ritorsioni in patria, spinge spesso i migranti a non parlare o ad inventare delle storie inverosimili. I sospetti ricadevano sin dall’inizio su uno degli sbarcati che aveva le mani piene di grasso solitamente utilizzato nei motori marini ma quest’ultimo asseriva di aver dato una mano a svuotare la stiva piena di acqua perché stavano affondando. Questa versione appariva verosimile all’inizio perché tutti raccontavano le stesse cose.

Poi, in considerazione di quanto raccontato, venivano cercate delle foto o video di questa imbarcazione sui telefoni dei passeggeri. Con grande sorpresa, grazie ad un selfie e qualche foto scattata dai giovani passeggeri, si è appreso che l’imbarcazione fosse uno yacht di grandi dimensioni e non datato come era accaduto qualche mese addietro. I sospetti che tra i pochi migranti vi fossero anche gli scafisti si facevano sempre più forti, quindi gli investigatori hanno provato a far “crollare” il sospettato ma senza esito in quanto continuava a riferire di essere uno come gli altri e di aver pagato. Dopo ore di interrogatorio, alcuni migranti, con la promessa di non dover incontrare in alcun modo l’equipaggio per paura delle minacce ricevute, si determinavano ad aiutare gli investigatori a concludere le indagini e si apprendeva ciò che realmente era accaduto. I migranti sono partiti dalla Turchia a bordo dello yacht pagando 8.500 dollari per ogni adulto, con qualche sconto per i minori. Gli era stato assicurato che sarebbero giunti direttamente in un porto italiano senza alcun rischio “pagate tanto ed avrete ogni comfort su uno yacht”.

Dopo aver “rotto” il silenzio la Polizia è riuscita anche a capire il motivo del loro soccorso. In questo caso infatti gli scafisti volevano raggiungere le coste italiane senza chiedere soccorso in modo preordinato. L’imprevisto li ha costretti a chiedere aiuto, avevano uno yacht in ottime condizioni e non credevano di rimanere in mezzo al mare. Un guasto al motore e tutto è cambiato, hanno detto ai passeggeri di non dire nulla altrimenti l’avrebbero pagata o loro non avrebbero chiamato soccorso. Tutti i passeggeri acconsentivano per essere tratti in salvo ma non avrebbero detto nulla alla Polizia.

LE TESTIMONIANZE. “Avevo paura di vivere in Siria e sono fuggito con la mia famiglia, prima negli Emirati Arabi e poi ho deciso di andare in Turchia per poter raggiungere l’Europa attraverso l’Italia. Avevo paura per la mia famiglia, ho fatto il meccanico per una vita, avevo dei risparmi in banca, ho preso tutto ma ho deciso di viaggiare in modo sicuro senza rischi per i miei figli e quindi non volevo partire se non prima aver avuto certezze sulla sicurezza della barca utilizzata”.

“Ho visto i componenti dell’equipaggio imprecare contro coloro che avevano organizzato il viaggio e che erano rimasti in terra di Turchia accusandoli di avergli dato una barca non idonea ad attraversare gran parte del mar Mediterraneo”.

“Per quanto riguarda la nostra alimentazione durante il viaggio faccio presente che l’imbarcazione era dotata di dispensa e da tale locale prelevavamo gli alimenti a noi necessari compresa l’acqua da bere” “Il cibo era tutto preconfezionato ed abbondante e provvedevamo noi stessi passeggeri a prenderlo ed a passarcelo tra di noi”.

“L’equipaggio era di grande esperienza anche perché lo stesso in più occasioni si è vantato in presenza di tutti i passeggeri dicendo che per loro era importante la nostra sicurezza e per questo motivo affrontava le onde in maniera da non arrecare nessun pregiudizio”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA