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Allarme sicurezza a Catania, è polemica

Allarme sicurezza a Catania, è polemica Tropea: «Città in mano a bande criminali»

L’accusa: «Il sindaco è assente». Bianco: «Per anni hai taciuto»

Di Vittorio Romano |

«Quando il signor sindaco organizza la manifestazione “Lungomare liberato”, ci pensa che prima di arrivare sull’arteria definita “la promenade sul mare” bisogna necessariamente passare dal viale Africa, il peggior biglietto da visita che si possa mostrare alla gente? Ci pensa il signor sindaco che questa strada da mesi è completamente al buio? Ci pensa che è piena di prostitute e di clienti che si fermano a contrattare prezzo e prestazioni? Ci pensa che parte dei marciapiedi è dissestata e i cassonetti dell’immondizia spesso sporchi e traboccanti di rifiuti? O il nostro caro sindaco vive in un altro posto e crede che il viale Africa sia un fiore all’occhiello nel cuore della città, di una città che secondo lui guarda al futuro con ottimismo ma che invece, nella realtà dei fatti, sta andando allo sfascio ed è in mano a bande di criminali che agiscono impunemente? ». È questo lo sfogo di Gigi Tropea, personaggio assai noto a Catania per essere stato a cavallo degli anni ‘80 e ‘90 uno degli storici dj del Banacher e del McIntosh. Tramontato il vinile, Tropea ha aperto, negli anni d’oro del commercio, un negozio di abbigliamento all’angolo tra il corso Italia e la via Monfalcone e un paio d’anni fa s’è trasferito in viale Africa. Ieri notte, «per la prima volta da quando faccio questo lavoro – dice – ho ricevuto la visita più sgradita per un commerciante: quella dei ladri». Il sistema di videosorveglianza del negozio ha ripreso tutto (le immagini le ha già la polizia). E Tropea, che ha visto più volte le riprese, racconta: «Si vedono 9 ragazzi che a bordo di motorini passano e ripassano davanti al negozio. Poi 3 si fermano probabilmente a fare i pali in piazza Europa e in piazza Galatea, e 6, cellulari in mano per comunicare, posteggiano accanto alle vetrine. Alle 3,30 esatte con una grossa mazza mandano in frantumi una vetrina. Tre entrano e, in mezzo minuto circa, arraffano tantissima merce esposta. Gli altri fuori hanno dei grossi sacchi, e li riempiono in men che non si dica. Poi la fuga. L’allarme lo lanciano i residenti del palazzo. Ma quando arriva la polizia, sul posto non c’è più nessuno, a parte i cocci di vetro». Il valore della merce rubata ammonta a circa 60.000 euro. Davanti alle vetrine Tropea ha installato i paletti d’acciaio “antispaccata”. «Ma stavolta hanno agito con la mazza – conclude – si vede che avevano studiato bene il piano d’azione». Le dichiarazioni di Tropea non sono andate giù all’assessore Saro D’Agata. «Questa è una città in cui ci si accorge di un problema dopo avere per anni serrato gli occhi davanti alla realtà dei fatti, per egoismo, soltanto quando si viene toccati personalmente – dice -. Sorprende che il signor Tropea non si sia mai accorto che Catania, sotto le precedenti amministrazioni, è stata per anni davvero e completamente al buio e preda dell’assoluto degrado. Ma proprio quando si sta cercando di dare una sterzata dopo quasi 15 anni di lassismo, ora che viene colpito direttamente per fatti criminali – che, a parte la tecnica, purtroppo non sono una novità a Catania – reagisce imprecando contro i politici. Salvo poi, con grande coerenza, annunciare su Facebook la sua “discesa in campo”. Posso capire e condividere le richieste di sicurezza che sono antiche e andrebbero inserite in un ragionamento, ma non si può sparare a zero: per esempio, sono state riqualificate aree come le piazze intitolate a Candido Cannavò, proprio davanti a uno dei negozi di Tropea, e a Beppe Montana. Sono segnali chiari di una svolta rilevante, come le forme di cittadinanza attiva che si stanno sviluppando. Catanesi che si rimboccano le maniche e provano a salvare una città per troppi anni preda della filosofia del “chi c’è pi’ mia? “. Solo se tutti si impegneranno Catania potrà salvarsi, altrimenti annegheremo nelle nostre eterne lamentele». «Stiamo ritornando ai picchi di criminalità dell’autunno del 2006 – denuncia Francesco Sorbello, Confcommercio -. Come in quel periodo, anche ora i negozi vengono presi di mira proprio a inizio stagione, quando sono pieni delle nuove collezioni. Ogni colpo rappresenta un affare per i malviventi, mentre per il negoziante comporta danni patrimoniali ingenti che possono mettere in ginocchio definitivamente un’azienda. Viene da chiedersi come sia possibile che in strade così centrali, ancorché nel pieno della notte, possano succedere furti così eclatanti. Occorre un maggiore controllo del territorio e più collaborazione dei cittadini».

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