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Abusi sessuali su giovani detenuti stranieri

Abusi sessuali su giovani detenuti stranieri arrestati due agenti del carcere di Modica

Carcerati costretti, dietro minacce, a subire umilianti violenze

Di Mimmo Trovato |

MODICA – Sesso in cambio di regali, compreso qualche “spinello”. Sarebbe stato lo scambio imposto, secondo l’accusa, ad alcuni detenuti del carcere di Modica da due assistenti capo della polizia penitenziaria, entrambi di 45 anni, che, sostiene la Procura di Ragusa, si “spartivano” i più giovani dietro le sbarre. E chi non accettava, dicendo di no, era minacciato: avrebbero fatto trovare marijuana nella cella del “recalcitrante” o nei suoi vestiti, facendogli così rischiare di allungare i tempi della loro detenzione. Per questo i due “secondini”, uno sposato con figli e l’altro separato, sono stati sottoposti, da carabinieri della compagnia di Modica e del comando provinciale di Ragusa, agli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata e spaccio di sostanze stupefacenti in esecuzione di un provvedimento cautelare del Gip. A dare avvio all’inchiesta sono state le rivelazioni di una delle vittime, una delle quali italiana, che ha denunciato di avere subito abusi sessuali alla direzione del carcere che, tramite il Dap, ha presentato un esposto alla Procura di Ragusa. È stato il procuratore Carmelo Petralia a delegare i carabinieri che hanno sentito i testimoni che hanno fornito versioni “convergenti”. I due, secondo l’accusa, avevano una preferenza per i detenuti più atletici e per i giovani stranieri. Li pressavano per compiere atti sessuali o avere rapporti completi. Il sesso, oltre una decina gli episodi contestati, avveniva nella sala docce, in palestra, nell’infermeria e, anche, racconta una vittima, anche nella cappella religiosa dell’istituto penitenziario. In cambio i due “secondini” cedevano droga, qualche “spinello” con marijuana, o cibo, sigarette e, più in generale, beni di conforto impossibili, o quanto meno difficili o costosi, da trovare in carcere. Per chi si opponeva c’erano minacce di gravi ritorsioni: li avrebbero messi nei “guai”. L’informativa dei carabinieri, che deve ancora identificare i fornitori della droga ai due indagati, è stata inviata alla Procura che ha presentato una richiesta restrittiva al Gip che ha disposto gli arresti domiciliari. I due saranno sottoposti a interrogatori di garanzia nei prossimi giorni dal Giudice per le indagini preliminari di Ragusa. Sulla vicenda sono interventi alcuni sindacati della polizia penitenziaria. L’Osapp parla di «mele marce da epurare» e di «episodio gravissimo, ma che non può e non deve minare l’immagine del Corpo che quotidianamente è impegnato per assicurare la sicurezza penitenziaria». Il Sappe ricorda che «la responsabilità penale è personale e chi si è reso responsabile di gravi reati, una volta acquisite le prove certe e inequivocabili, ne deve pagare le conseguenze e – chiosa – deve essere cacciato dalla polizia penitenziaria, che è una istituzione sana».

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