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“Pugno di ferro” contro Speziale carcere duro per il tifoso catanese

“Pugno di ferro” contro Speziale carcere duro per il tifoso catanese

Il giovane condannato per l’omicidio Raciti è stato sottoposto dal Dap al regime del 14bis e trasferito dal carcere di Agrigento al Pagliarelli di Palermo per intemperanze contro gli agenti penitenziari

Di Francesco Di Mare |

AGRIGENTO – E’ stato aggravato il regime detentivo nei confronti di Antonino Speziale, il ventiquattrenne condannato a otto anni di reclusione con sentenza passata in giudicato, per l’omicidio preterintenzionale del poliziotto Filippo Raciti il 7 febbraio 2007. Il ragazzo da alcuni giorni non è più recluso nel carcere Petrusa di Agrigento, dove venne denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale. Proprio alla luce di quell’episodio, Speziale è stato trasferito al Pagliarelli di Palermo, ma per lui la vita dietro le sbarre è diventata ancor più pesante, di quanto non lo sia stato in precedenza. Nei suoi confronti è stata disposta infatti l’applicazione del 14 bis, ovvero la sorveglianza particolare. A disporlo è stato il Dap, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Tra i massimi provvedimenti a limitazione della libertà disposto per i detenuti nelle carceri italiane. Il 14 bis significa isolamento quasi continuo dalla vita sociale con altri detenuti, niente televisore in cella, niente possibilità di andare a messa, divieto assoluto di cucinare per se stesso usando un fornellino e altre misure altamente limitative. Quando era ad Agrigento Speziale era ristretto in regime di media sicurezza, aveva diritto ai momenti di vita comune e a tutti i «comfort» concessi ai detenuti che mantengono un comportamento ritenuto consono. Un comportamento che un mese e mezzo fa circa Speziale non avrebbe tenuto nei confronti in quel caso di un agente della polizia penitenziaria. L’episodio oggetto della denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale risale ai giorni immediatemente successivi ai fattacci dello stadio Olimpico di Roma nel contesto della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, svoltasi il 3 maggio. Fu la partita prima della quale l’ormai universalmente noto Gennaro De Tommaso, al secolo «Genny a carogna», “calmò” la folla dei tifosi partenopei sfoggiando una t-shirt nera con la scritta «Speziale libero». «Radio carcere» raccontò di uno Speziale particolarmente gratificato da questa attestazione di stima manifestata da parte di «Genny a carogna», seguito a ruota da altre tifoserie anche straniere. Una «visibilità» internazionale che avrebbe fatto assumere al ragazzo un atteggiamento diverso nei confronti del personale di guardia. Tutti sanno di come lo spessore di un detenuto«lieviti» nella considerazione degli altri reclusi, quando questi viene preso ad esempio all’esterno delle celle. Il contrasto tra il giovane e l’agente sarebbe avvenuto durante un momento di vita comune, pare al ritorno del ragazzo da un’udienza. Un botta e risposta che, secondo gli inquirenti, sarebbe andato oltre le righe, soprattutto dal punto di vista dialettico. Da qui la denuncia e, adesso il trasferimento in altre carcere. Il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera, ha annunciato una lettera «al ministro della Giustizia per protestare contro questo provvedimento ingiusto e prevaricatore e presenterò ricorso alla Corte d’appello di Palermo: il mio assistito ha sempre avuto un comportamento rispettoso nei confronti delle forze dell’ordine».

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