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Ok da Roma, si sbloccano gli investimenti al Petrolchimico

Ok da Roma, si sbloccano gli investimenti al Petrolchimico

Dopo un anno di attesa, caratterizzato da incertezze e dal timore di perdere posti di lavoro e finanziamenti, via libera al progetto di riconversione produttiva e di rilancio strategico dello stabilimento

Di Redazione |

GELA – Dopo un anno di attesa, caratterizzato da incertezze e dal timore di perdere posti di lavoro e investimenti per 700 milioni di euro in favore del petrolchimico di Gela, si sblocca il progetto di riconversione produttiva e di rilancio strategico dello stabilimento. Il ministero dell’ambiente, chiamato a rideterminare le prescrizioni all’autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata alla Raffineria di Gela Spa, sulle emissioni di gas inquinanti per la produzione di energia elettrica, ha accolto favorevolmente la proposta di calcolare una media ponderata tra la concentrazione dei fumi emessi per la produzione di corrente ad uso interno e quella degli inquinanti prodotti per l’elettricità destinata alla vendita. La controversia era nata dopo che il ministero aveva deciso di applicare anche per la centrale termoelettrica di Gela il valore minimo di 400 normali metri cubi al secondo di biossido di zolfo, come per tutte le centrali la cui corrente era destinata alla vendita. Così facendo però non si teneva conto della produzione di corrente per uso interno, per la quale invece i valori limiti ammessi sono di 700 normal metri cubi al secondo di SO2. «Il riconoscimento dell’applicazione di una media ponderata – ha detto con soddisfazione il sindaco di Gela, Angelo Fasulo – abbassa il livello dell’inquinamento dell’aria e ne migliora la qualità (nel 2016 si passerà da 400 a 200 di Nmc di SO2) assicurando continuità lavorativa, perché ora si può ripartire nei lavori di riconversione della raffineria». Restano preoccupati i sindacati perché l’Eni, nel frattempo, potrebbe aver deciso di dirottare altrove i propri progetti di crescita. «Un anno d’attesa per chi vuole investire in tempi di crisi è troppo», ha detto il segretario nazionale dei lavoratori dell’energia della Femca Cisl, Sergio Gigli.

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