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Week end a Mirabella Imbaccari, la città del tombolo

In paese è forte la tradizione nata poco più di un secolo fa grazie all’arrivo di quattro suore di Santa Dorotea. Oggi, oltre all’artigianato diffuso, vanta prodotti agricoli come zafferano e asparagi sovrani

Di Giovanni Musumeci |

A sud ovest della provincia di Catania, sulle prime alture dei monti Erei a 520m sul livello del mare, troviamo un paese conosciuto anche in ambito internazionale per una antica arte che si ipotizza portata dalla Cina in Italia da suore missionarie. Questa forma d’arte è il merletto a tombolo, il paese è Mirabella Imbaccari.

L’avvincente storia della genesi del tombolo merita di essere conosciuta. Il borgo venne fondato nel 1610 dal barone Giuseppe Maria Biscari, che ottenne dal re Filippo III° la “licentia populandi e il mero e misto imperio”, nel suo feudo di Casale di Imbaccari. Il nuovo borgo prese il nome della sua consorte: Eleonora Mirabella. I Biscari vi costruirono chiese ed un principesco palazzo dove passavano la villeggiatura estiva. La pia ed infaticabile baronessa Angelina Autieri, moglie di Ignazio Paternò Castello, agli inizi del 1900, ricordando gli anni passati in convento, pensò attraverso l’antica arte del tombolo di promuovere l’emancipazione delle donne del paese per renderle economicamente indipendenti e creare una tradizione.

Museo del tombolo di Mirabella Imbaccari

Il museo permanente del tombolo a Mirabella Imbaccari

Il tombolo è un grande cuscino sul quale si appuntano degli spilli per formare un disegno, su questi viene passato e annodato abilmente un filo di cotone bianco a formare un merletto. Nel 1910, in una ala del palazzo, la baronessa fondò l’Opera del Tombolo facendo venire da Roma quattro suore dell’ordine di Santa Dorotea per insegnare questa nobile arte. Il successo fu tale da cambiare la realtà economica del paese. I preziosi merletti e pizzi delle donne di Mirabella Imbaccari vennero esposti in numerose fiere nazionali ed estere da fargli meritare la denominazione di città del tombolo. Una tradizione talmente popolare che non esiste casa che non abbia il suo corredo fatto con il tombolo e che ha visto il sorgere di un museo permanente, in via Alcide De Gasperi, dove sono esposti autentici capolavori artistici del merletto siciliano.Una convenzione con un istituto superiore, promosso dall’assessorato alla cultura, vedrà otto studenti partecipare ad un tirocinio formativo multilingue per guidare visitatori e turisti alla scoperta e promozione del territorio e del museo del tombolo.

Palazzo Biscari a Mirabella Imbaccari

Palazzo Biscari, palazzo più rappresentantivo di Mirabella Imbaccari

Mirabella Imbaccari non è solo merletto ma anche agricoltura che con coraggio, fantasia e innovazione ha puntato sul “fattore terra”. Un fiore ha cambiato la vita ad un gruppo di mirabellesi che coltivano con successo lo zafferano che viene confezionato con un gioiello fatto a tombolo che identifica lo Zafferano di Sicilia. La diversificazione significa olio d’oliva di nicchia, mandorleti a sistema di coltivazione intensiva, grano Tumminìa che torna a rinascere. Un grande successo locale è la coltivazione dell’asparago sovrano che grazie alle condizioni pedo-climatiche presenta qualità organolettiche eccellenti. Ogni anno ad aprile si tiene la sagra che vede impegnati le numerose aziende riunite in consorzio. Mirabella è anche la tradizione religiosa della festa degli autari (la festa degli altari). A marzo, per San Giuseppe, molte le case imbandite con “tavolate” ricolme di prodotti del territorio e dolci che verranno offerti a turisti ed a tre persone indigenti in ricordo della sacra famiglia. Tradizioni, arte, cultura e agricoltura innovativa rappresentano il futuro di Mirabella Imbaccari conosciuto come u paisi d’i merletti e pizzi.

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