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Il meteo

Anticiclone dell’Immacolata, dicembre si veste d’autunno: caldo anomalo con temperature ben al di sopra della media

Un ponte soleggiato (ma non per tutti). Ecco come cambieranno le nostre giornate, chi guadagna sole e chi paga pegno con foschie, qualità dell’aria e nubi basse

Redazione La Sicilia

08 Dicembre 2025, 10:02

10:03

Anticiclone dell’Immacolata: dicembre si veste d’autunno. Caldo anomalo, nebbie in Val Padana e nubi marittime su Liguria e Toscana

Il Mediterraneo centrale è interessato da una robusta alta pressione subtropicale che inibisce l’ingresso delle perturbazioni e stabilizza l’aria negli strati bassi. Le analisi disponibili convergono su una persistenza anticiclonica almeno fino a sabato 13 dicembre, con possibile attenuazione a seguire: la tendenza di medio termine resta comunque da confermare, perché dipende dall’evoluzione del getto polare e di eventuali saccature atlantiche in ingresso sull’Europa centrale. Una “svolta” più netta, se arriverà, verosimilmente sarà legata a un cambio di circolazione dopo Santa Lucia: ipotesi citata da più previsori, ma con prudenza. Traduzione per chi programma spostamenti: ponte dell’Immacolata per lo più stabile; aggiornamento quotidiano raccomandato per la settimana successiva.

In montagna e nelle aree interne: effetto “primavera di dicembre”

Dal Trentino alla Sila, passando per Appennino tosco-emiliano, Umbria e Marche interne, il quadro è spesso sereno o poco nuvoloso. Qui le massime potranno superare in alcuni casi i 15–18°C nelle conche più miti e ben esposte, con notti ancora fredde ma meno rigide. Il contrasto con le medie di inizio dicembre è marcato e particolarmente evidente in quota. Lo zero termico in rialzo su 3.500–4.000 metri è un dato chiave per chi scia o lavora in quota: significa innevamento naturale in sofferenza, neve umida o in rapido assottigliamento sulle esposizioni soleggiate, e maggior rischio di “primaverilizzazione” del manto durante il giorno. 

Val Padana: sole nascosto, nebbie e qualità dell’aria in bilico

Su Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto le alte pressioni invernali sono spesso sinonimo di stagnazione: nebbie e foschie dense possono persistere per molte ore, riducendo visibilità e percezione del mite, e favorendo l’accumulo degli inquinanti nei bassi strati. È un copione noto agli esperti di ARPA: inversioni termiche e assenza di rimescolamento comprimono lo strato d’aria disponibile alla dispersione del PM10/PM2.5, con potenziali superamenti dei limiti giornalieri soprattutto in aree urbane e periurbane. 

Liguria e alta Toscana: la “maccaja” che smorza la luce

Tra Riviera di Ponente/Levante e coste toscane la circolazione anticiclonica può alimentare nubi marittime persistenti, la cosiddetta maccaja: cielo grigio, locali pioviggini o spruzzate di umidità, clima autunnale. Qui l’anomalia termica si percepisce meno nelle ore centrali, ma le minime notturne risultano più miti della norma.

Quanto sono anomale le temperature? 

Parlare di +10–12°C oltre la media in pieno dicembre non è un dettaglio. Il quadro si inserisce in un trend europeo e globale in cui gli anni 2024 e 2025 hanno consolidato nuovi massimi di temperatura: il 2024 è risultato l’anno più caldo mai registrato a scala globale ed europea secondo Copernicus/ECMWF, mentre il 2025 è virtualmente in corsa per chiudere tra il secondo e il terzo posto. La “normalità” climatica si è spostata più in alto: gli episodi di blocco anticiclonico con anomalie calde invernali sono diventati più frequenti e duraturi. Questo non significa che il freddo non tornerà; significa che mare e atmosfera partono più caldi, e l’eccezionalità di certi picchi è meno rara.

Conseguenze pratiche: agricoltura, montagna, città

Il tepore fuori stagione, specie se prolungato, può interferire con la dormienza di alcune colture e con i calendari fenologici, aumentando il rischio di danni in caso di successivi colpi di freddo. Nei frutteti e nei vigneti, un dicembre troppo mite non è mai un alleato: tenere alta l’attenzione sulle finestre di gelo radiativo notturno dopo giornate serene.

Con zero termico a 3.500–4.000 m la neve naturale soffre, quella programmata va gestita con attenzione nelle ore più fresche. In pendenza e a esposizione solare, il manto può bagnarsi e appesantirsi nelle ore calde, per poi rigelare la notte: si creano croste e disomogeneità che richiedono prudenza su gite e fuoripista. Consultare sempre i bollettini Meteomont, che forniscono, settore per settore, la valutazione del pericolo valanghe a 24/48/72 ore e l’andamento dello zero termico.

La combinazione anticiclone + inversione aumenta la probabilità di livelli elevati di PM10 e PM2.5 in città. I servizi regionali ricordano che nei mesi freddi lo strato rimescolato può ridursi a poche centinaia di metri, limitando drasticamente la dispersione: i valori giornalieri possono superare la soglia di 50 µg/m³ per PM10 più volte in assenza di pioggia e vento. Gli effetti sanitari colpiscono soprattutto bambini, anziani e persone con patologie respiratorie o cardiovascolari. Seguire i decaloghi diffusi da Ministero della Salute, comuni e ARPA per ridurre l’esposizione e le emissioni.

Guida rapida per il ponte dell’Immacolata

Nord-Ovest

  1. Alpi e Prealpi: soleggiato e molto mite in quota; possibili velature di passaggio.
  2. Pianure di Piemonte e Lombardia occidentale: nebbie e foschie persistenti, con aperture più probabili a ridosso dei rilievi. Qualità dell’aria da monitorare.

Nord-Est

  1. Dolomiti e Alpi Carniche: stabile e mite; neve che tende a “smollare” al sole.
  2. Pianure venete ed emiliane: scenari simili al Nord-Ovest, con banchi di nebbia e cieli grigi.

Liguria e alta Toscana

  1. Prevale la maccaja: nubi basse marittime, locali pioviggini, clima umido. Più sole procedendo verso l’interno e i crinali appenninici.

Centro e Sud

  1. Zone interne e adriatiche: lunghe fasi soleggiate, massime sopra media anche di 6–10°C.
  2. Tirreno meridionale e Ionio: residui disturbi iniziali, poi stabilità prevalente.

Domande frequenti

“Perché io ho freddo in pianura mentre in montagna stanno in maniche corte?”

È l’inversione termica: l’aria più fredda e pesante ristagna nei bassi strati, mentre in quota l’aria, scendendo dai piani alti dell’alta pressione, si riscalda. In pianura il sole fatica a “bucare” il tappeto di nubi basse e foschie, mantenendo temperature più contenute nonostante l’anomalia generale.

“Il caldo anomalo di dicembre è ‘colpa’ del cambiamento climatico?”

Gli episodi singoli non si “attribuiscono” a colpo d’occhio, ma il contesto è chiaro: Europa e mondo viaggiano su nuovi massimi di temperatura; le configurazioni di blocco anticiclonico con anomalie positive invernali risultano più probabili e persistenti. I dati Copernicus/ECMWF descrivono un 2024 record e un 2025 ai vertici della serie storica.

“Quando finirà?”

La previsione più solida al momento indica tenuta anticiclonica fino ad almeno sabato 13 dicembre. Per il dopo, i modelli intravedono una maggiore incertezza e un possibile rimescolamento, da confermare. Tradotto: tenere d’occhio gli aggiornamenti giorno per giorno.