L'evento
Al Libero consorzio di Trapani si sbloccano le prime procedure: 8 lavoratori a 30 ore
Si punta su continuità, efficienza dei servizi e valorizzazione del lavoro dei dipendenti
Non è la solita foto di rito. Dentro una sala del Libero Consorzio Comunale di Trapani, tre figure istituzionali e otto lavoratori attendono un gesto che vale più di mille parole. La penna scorre, la luce di dicembre filtra dalle finestre, e l’atto prende forma: da oggi, otto dipendenti passano a 30 ore settimanali.
Un numero che, a prima vista, può sembrare piccolo. Ma dietro quelle firme c’è un segnale forte: la macchina amministrativa vuole correre più veloce, più dritta, più utile. A sottoscrivere la modifica ci sono il Presidente Salvatore Quinci, il Segretario Generale Salvatore Pignatello e la dirigente Angela Maria Marino. Non una promessa, ma una scelta strutturale che incide sul lavoro e sulla qualità dei servizi.
Perché otto contratti contano
Negli enti locali siciliani la parola chiave è “integrazione oraria”. Per anni, migliaia di lavoratori stabilizzati hanno vissuto con orari ridotti, spesso tra le 18 e le 24 ore. Portarli a 30 ore significa dare respiro agli uffici e dignità alle persone. Non è tempo pieno, ma è un passo che cambia la vita quotidiana e la performance degli enti: sportelli più aperti, pratiche evase prima, progetti seguiti dall’inizio alla fine.
Il Libero Consorzio di Trapani si inserisce così in un trend regionale che vede altre amministrazioni, da Enna a diversi comuni, spingere verso incrementi orari quando i conti lo consentono. Una scelta che non resta isolata, ma dialoga con il clima politico-istituzionale siciliano, dove oltre 11.500 lavoratori part-time chiedono soluzioni strutturali.
La cornice istituzionale
Quinci parla da mesi di rilancio: conti in ordine, investimenti su scuole e strade, attenzione alla struttura interna. Pignatello garantisce la coerenza giuridica e finanziaria, Marino traduce in atti concreti tempi e contratti. Tre ruoli diversi, un obiettivo comune: rendere l’ente più efficiente e vicino ai cittadini.
La firma di Trapani non è solo amministrazione: è politica, è gestione, è responsabilità. È il segnale che il modello “ex Provincia”, tornato con le elezioni di secondo livello del 2025, può essere ripensato anche attraverso scelte organizzative mirate.
Cosa cambia negli uffici
Più ore significano più continuità, meno frammentazione, sportelli presidiati più a lungo, pratiche seguite con maggiore linearità. Significano anche più occasioni di formazione e crescita professionale. Non sono benefici automatici: serviranno pianificazione e monitoraggio, ma la direzione è chiara.
Il Presidente Quinci lo ha sintetizzato con tre parole: concretezza, trasparenza, efficacia. L’integrazione oraria diventa così un tassello di un progetto più ampio: investire sul capitale umano per migliorare i servizi e restituire fiducia ai cittadini.