Attualità
Teleiblea fa festa: 50 anni tra fatti, aneddoti e voglia di futuro
Una giornata per celebrare un pezzo di storia dell'emittenza privata della provincia di Ragusa e non solo
Un momento della giornata che Teleiblea ha dedicato ai propri 50 anni di attività
C’è un filo sottile, fatto di coraggio e testardaggine, che unisce la collina di Ibla dove, di nascosto, venne acceso il primo trasmettitore da 10 watt, alla sala gremita in cui Teleiblea ha festeggiato nei giorni scorsi i suoi cinquant’anni. Un filo che racconta la storia di un’emittente locale diventata simbolo di libertà d’informazione e di un territorio che, anche grazie a questa realtà, ha trovato una voce.
Durante la giornata si sono alternati ricordi, aneddoti, emozioni. I collaboratori storici, tra cui Alessandro Bongiorno, Filippo Spadola, Giorgio Liuzzo, Mario Barresi, Michele Barbagallo, Stefania Garrone, Stefano Ferrara, Leandro Papa, Gianni Papa, Teresa Guarnuccio, Peppe Lizzio, Pippo Cascio, Giuseppe Guglielmino, hanno riportato alla memoria momenti di un’epoca pionieristica, fatta di passione più che di mezzi. In video anche Massimo Emanuelli, autore di un libro sulla storia delle tv private italiane.
Un omaggio speciale è stato rivolto ai tecnici dell’alta frequenza: Enzo Lo Monaco, Giovanni Cintolo, Ciccio Ingallinera e Giovanni Girgenti, veri artefici di quel sogno che, nel 1975, osò sfidare il monopolio Rai.
A coordinare la cerimonia Antonio Recca, fondatore insieme al padre Carmelo, e Mario Papa, direttore da quasi quarant’anni, arrivato a Ragusa dopo l’esperienza a TeleBiella che però trasmetteva via cavo. Fu proprio la battaglia legale di Teleiblea a spianare la strada alle emittenti private via etere, aprendo un varco che permise, in seguito, anche a realtà come TeleMilano – la futura Canale 5 – di svilupparsi fino a diventare colossi nazionali.
Ma il cinquantesimo è stato anche il momento per riflettere sul presente. Mario Papa ha ringraziato tutti, senza nascondere le difficoltà che il nuovo digitale terrestre impone alle tv locali. Oggi, paradossalmente, con l’obbligatorio passaggio al nuovo digitale terrestre, Teleiblea si vede a Palermo e a Lampedusa, solo per fare un esempio, ma non a Modica o a Marina di Ragusa, il cuore del suo pubblico storico. Una contraddizione che rende più complesso fare informazione locale, aggravata dal calo della pubblicità e dai costi elevati dei ponti di trasmissione.
Eppure, nonostante tutto, Teleiblea resta lì: un presidio, un archivio vivente, un pezzo di storia collettiva. Mezzo secolo dopo quella prima telecronaca Modica-Ragusa, continua a raccontare la vita iblea con lo stesso spirito di allora. Perché una comunità senza la sua voce rischia di smarrirsi. E Teleiblea, da cinquant’anni, quella voce la custodisce. E speriamo che lo faccia ancora per tanto tempo ancora.