Aica
Nobile: "Verificare i requisiti degli otto comuni in salvaguardia"
"Chi ha ottenuto dalla Regione la gestione autonoma delle risorse idriche va monitorato"
Danila Nobile, presidente del Cda di Aica
La Consulta degli utenti dell'Azienda Idrica Comuni ne aveva fatto una delle sue priorità. Hanno sempre chiesto di sapere se gli 8 Comuni che a suo tempo avevano ottenuto la cosiddetta “gestione in salvaguardia ex art. 147 comma 2‑bis D.lgs. 152/2006”, e che non sono stati in questi anni sottoposti ad una verifica, se i requisiti ci siano ancora. Azzerata non senza polemiche dal nuovo Cda di Aica, la “battaglia” della Consulta è finita in un cassetto. E probabilmente anche nella spazzatura. C'è un evidente ritardo nella verifica dei requisiti nei Comuni salvaguardati (si sarebbe dovuto procedere già a novembre del 2022) che danneggia gravemente Aica, in quanto non riceve le risorse e le utenze che spettano al gestore. Ed oggi, anche il presidente della società consortile, conferma che si tratta di un reale problema, ma che la società che gestisce il servizio idrico non ha competenza: «Noi come Aica non abbiamo alcun potere – ci dice Danila Nobile – l'ex articolo 147 oggi nessun Comune può più richiederlo. Le autorizzazioni sono dell'Ati Idrico, adesso quello che si dovrebbe fare, che io avevo anche chiesto di fare, è un controllo da parte della Regione per capire se questi requisiti a suo tempo indicati vengono ancora rispettati».
La Nobile è dunque sulla stessa lunghezza d'onda dell' ex Consulta, che su questa vicenda aveva più volte chiesto ad Ati di cambiare registro e di operare in discontinuità con il passato. Ricordiamo che gli 8 Comuni che usufruiscono della salvaguardia e gestiscono in proprio le risorse idriche, sono Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Cianciana, Menfi, Santa Margherita di Belice, Santo Stefano Quisquina.
«Bisogna fare le verifiche – continua Nobile – ma a Palermo non dicono nulla. Nemmeno sui Comuni di Palma di Montechiaro e Camastra che continuano a non cedere le reti. - Io – continua la presidente del Cda di Aica - ho chiesto il commissariamento, ma alla Regione continuano a fare orecchie da mercante. Per i Comuni in salvaguardia, qualcuno sarà correttamente stato inserito, ma tanti altri, visto che i requisiti sono stringenti, probabilmente oggi non li ha più».
Sulla questione più strettamente d'attualità, quella del Favara di Burgio, per il quale c'è uno scontro aperto con il Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, ieri c'è stata un'interrogazione del deputato regionale di Controcorrente Ismaele La Vardera. C'è una sollecitazione alla Regione per riconoscere formalmente che l’acquedotto Favara di Burgio rientra nella competenza esclusiva dell'Ati di Agrigento e non costituisce infrastruttura idrica di tipo sovrambito.
La Nobile ribadisce che Aica non intende fermarsi nel fare valere le proprie idee, ed annuncia che chiederà in Prefettura un tavolo con le associazioni e con il Cartello sociale per portare avanti le rivendicazioni del territorio agrigentino.