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Mancata integrazione oraria ai comunali di Ispica, l'on. Dipasquale: "Vicenda gestita malissimo"
"Il caso è arrivato in commissione all'Ars quando era già tutto deciso per la Finanziaria. Un'assurdità"
Il Municipio di Ispica
«Questa mattina la Prima Commissione parlamentare ha finalmente ascoltato il Comune di Ispica, con la presenza del sindaco e delle organizzazioni sindacali, sulla gravissima situazione dei lavoratori comunali che attendono da tempo l’integrazione oraria a 35 ore, indispensabile per garantire servizi essenziali alla città. È bene ricordare che la richiesta di convocazione della commissione era stata formalmente presentata dal Comune il 6 novembre e che l’audizione è arrivata solo dopo quasi un mese e mezzo, quando nel frattempo la commissione Bilancio aveva già concluso l’esame della finanziaria, distribuendo risorse a enti locali e precari". Lo dichiara l'on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Pd all'Ars.
Il quale aggiunge: "La vera anomalia sta tutta qui: le risorse necessarie per i lavoratori di Ispica, così come per quelli di altri Comuni in condizioni di dissesto, avrebbero potuto e dovuto essere inserite direttamente in finanziaria. Il ritardo accumulato ha prodotto un effetto gravissimo, perché oggi il provvedimento arriva in Aula senza alcuna copertura, lasciando ancora una volta senza risposte lavoratori che garantiscono servizi fondamentali alle comunità. Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui, dopo mesi di promesse e con una finanziaria che supera il miliardo e 300 milioni di euro, i lavoratori scoprono che di loro non si è occupato nessuno. Auspichiamo che nel corso del dibattito in Aula si possa porre rimedio a questa situazione, ma resta tutta l’amarezza per una gestione superficiale e disimpegnata della vicenda. Un atteggiamento che appare evidente anche nel comportamento del presidente della Commissione, l'on. Ignazio Abbate, che non ha ritenuto neppure di invitare all’audizione i deputati iblei, escludendo un territorio direttamente coinvolto da una decisione che incide sul lavoro, sui servizi e sulla dignità delle persone».