il dibattito
Catania, «Scogliera d’Armisi, ricorso al Tar contro Prp». Sono cinque le contestazioni
Incontro a CittàInsieme della società civile per dire «no a un’ennesima gittata di cemento sulla costa»
La società civile catanese non accetta che l’area del porto, dalla scogliera dell’Armisi al fiume Acquicella, venga devastata dal nuovo piano regolatore del porto imposto dall’Autorità del sistema dei porti della Sicilia Orientale grazie alla «passività dell’amministrazione» e al parere del Consiglio comunale, peraltro solo consultivo. Non accetta che sul fronte mare cali una colata di nuovo cemento di 1,5 milioni di metri cubi che «interesserà un’area lineare ampia due volte quella del Giardino Bellini». E, a tutela della costa, si mobilita con varie iniziative di sensibilizzazione, incluse passeggiate guidate sul posto e incontri informativi quale quello che si è tenuto nella sede di Cittàinsieme promosso dal “Comitato per la difesa e la salvaguardia della scogliera dell’Armisi”. Incontro al quale hanno partecipato tante altre associazioni attive su questo fronte tra cui Lipu, Wwf, Volerelaluna, Osservatorio delle politiche urbane e territoriali e Sinistra italiana. In questa occasione il Comitato e l’Osservatorio hanno annunciato che a breve presenteranno ricorso al Tar contro il Prp chiedendo un controllo di legittimità sulle scelte fatte.
Cinque le contestazioni di legittimità, e di merito, illustrate da Attilio Scuderi del Comitato e da tanti altri intervenuti: 1) Il nuovo piano incide non solo sulle aree del porto, ma anche in zone extra portuali: a Sud, con la nuova darsena commerciale prevista sull’area del fiume Acquicella, e a Nord, con la nuova darsena turistica per 12 mega yacht sulla scogliera dall’Armisi dove è prevista anche la costruzione di un palazzo alto 24 metri. Aree sulle quali l’Autorità portuale non può decidere dal momento che finora non c’è un decreto del presidente della Repubblica che riperimetri il porto. Non solo. Le grotte laviche dell’Armisi sono demanio marittimo e dunque ne va garantita l’accessibilità a tutti.
2) La legge prevede che il piano regolatore deve essere redatto solo successivamente al “Documento di programmazione strategica di Sistema” che deve includere i due nuovi porti di Siracusa e Augusta. Ma questo non è stato fatto. E’ stato sottolineato, inoltre, che il ministero dei Trasporti ha indicato il porto di Catania come vocato al traffico passeggeri e crocieristico e quello di Augusta come il più adatto al traffico commerciale dal momento che ha spazi portuali 7 volte maggiori di quello di Catania e spazi extraportuali 35 volte più ampi, oltre ad avere fondali profondi e ad essere collegato con un’autostrada che snellisce il traffico. Invece nel piano si prevede che il porto di Catania sia anche commerciale.
3) Ad essere contestata è la colata di cemento sulla costa che viola le prescrizioni date dal ministero dell’Ambiente e dalla Sovrintendenza regionale secondo cui le lave dell’Armisi e la foce dell’Acquicella vanno tutelate. La Regione, inoltre, prescrive che tutte le strutture e i servizi non essenziali al funzionamento del porto devono essere collocati ad oltre 150 metri dalla linea della costa. Invece il piano prevede per i turisti un grande edificio sulla costa che, «di fatto, sarà utilizzato come un centro commerciale per i catanesi». Inoltre la scogliera nel suo insieme non sarà più balneabile e, così facendo, «si antepone il privilegio di pochi ricchi possessori di yacht a quello di migliaia di cittadini». Non solo. La legge prevede che le strutture con più di 70 anni devono essere preservate. Invece il piano prevede il taglio del molo, lo stesso in cui si stanno spendendo 75 milioni che, dunque, verrebbero buttati.
4) Il piano regolatore del porto, modificato dopo le contestazioni, ha apportato solo piccole modifiche, come quella che restringe di appena 60 metri l’estensione della darsena sulla scogliera dell’Armisi, che dunque verrà comunque devastata. «Questo significa che il piano elude le prescrizioni date dagli enti preposti: ministero dell’Ambiente e Regione». 5) Il piano prevede che tutto sia derogabile: le fasi di attuazione, i progetti in deroga in specifiche aree, l’altezza degli edifici. E anche in merito alla sostenibilità ambientale non fissa alcun obbligo.
Alla luce di questi rilievi le associazioni criticano il Consiglio comunale per non avere esercitato il proprio ruolo, annunciano ricorso al Tar e propongono un diverso utilizzo della costa che potrebbe essere trasformata in un esteso parco lineare sul mare in vista del futuro interramento della ferrovia e della stazione, opera ciclopica che richiede almeno 1 miliardo di finanziamento, finora inesistente. Di più rapida realizzazione sarebbe la realizzazione di una passeggiata pedonale attrezzata, con due passerelle per garantire la discesa a mare, lungo l’area che va dalla Fontana di Proserpina al Cutuliscio delle Ciminiere dove ci sono vari binari dismessi. Si tratta del progetto di Pier Luigi Cervellati e Maurizio Palermo proposto negli anni Novanta. Allora le Ferrovie dello Stato si erano dette disponibile alla cessione delle aree.