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Attualità

Infettivologia, cambio di rotta: il reparto si accorpa a Modica. E a Ragusa i letti liberati vanno a Oncologia e Urologia

La scelta ridisegna i percorsi di cura nel Ragusano. Tra attese, cifre e reazioni, ecco cosa cambia davvero per pazienti e operatori

Redazione Ragusa

23 Dicembre 2025, 07:05

Ospedale Baglieri Modica

L'ospedale di Modica "Maggiore Nino Baglieri"

La scena è questa: corridoi tirati a lucido e nuove targhe al Maggiore – Nino Baglieri di Modica, mentre al Giovanni Paolo II di Ragusa i cartelli indicano “Infettivologia – Day Hospital”. È il fotogramma con cui, oggi, la sanità iblea sancisce un cambio di paradigma: l’Infettivologia “di reparto” si concentra a Modica; a Ragusa resta la gestione in day-hospital e le attività ambulatoriali, e i sei posti letto ordinari liberati vengono riallocati per alleggerire i reparti più in sofferenza: Oncologia e Urologia. Una riorganizzazione decisa dalla Direzione strategica dell’Asp di Ragusa e comunicata il 22 dicembre 2025, che accende un dibattito acceso ma mette sul tavolo numeri e finalità: migliore integrazione dei percorsi e risposta a domanda crescente in alcuni ambiti clinici.

Cosa è stato deciso, in sintesi

  1. L’Unità di Infettivologia con degenza si accorpa all’ospedale Maggiore – Nino Baglieri di Modica.
  2. A Ragusa, l’Infettivologia prosegue come day-hospital e ambulatori; i 6 posti letto ordinari convertiti vengono destinati a Oncologia e Urologia.
  3. La rimodulazione — afferma il direttore generale Giuseppe Drago — è stata “concordata e condivisa con le istituzioni”, incluso il sindaco di Ragusa Peppe Cassì.

Il tempismo non è casuale. La stagione influenzale 2025-2026 sta mostrando una crescita sostenuta delle infezioni respiratorie acute: nella settimana del 12-13 dicembre 2025, la sorveglianza RespiVirNet dell’ISS ha stimato circa 695 mila nuovi casi in sette giorni. Un livello considerato “atteso” per il periodo, ma comunque capace di stressare Pronto soccorso e reparti.

Non va dimenticato che nella stagione precedente (2024-2025) l’Italia ha toccato un record storico: oltre 16,1 milioni di casi stimati di sindromi simil-influenzali. Segno che la domanda di cura per patologie respiratorie e infettive resta alta e oscillante, specie nei picchi invernali.

Il trasferimento della degenza infettivologica a Modica non nasce nel vuoto. Nel 2024, proprio al Maggiore – Nino Baglieri, l’UOC Malattie Infettive si è distinta per attività di prevenzione e presa in carico (tra cui l’apertura straordinaria degli ambulatori in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS). L’hub modicano era dunque già un presidio operativo e riconoscibile per l’utenza del territorio.

A Ragusa, la conversione dei 6 posti letto di Infettivologia in DH consente — spiega l’Asp — di “recuperare” letti per Oncologia e Urologia, che negli ultimi mesi hanno segnalato criticità di saturazione e liste. L’azienda sanitaria rivendica inoltre un’azione strutturata di riduzione delle attese: tra luglio e dicembre 2024 sono stati smaltiti l’83,27% dei ricoveri arretrati e il 98,69% delle prestazioni ambulatoriali previste nel piano di recupero. Il riassetto si muove dentro una cornice più ampia: la nuova bozza della Rete ospedaliera discussa all’Ars nel settembre 2025 prevede, per la provincia di Ragusa, un incremento dei posti letto da 1.290 a 1.360. Una tendenza che privilegia la concentrazione di alcune specialità e il potenziamento di aree considerate strategiche.

  1. Pazienti con necessità di degenza infettivologica: riferimento al Maggiore – Nino Baglieri di Modica.
  2. Ragusa: gestione in day-hospital di terapie infettivologiche programmabili, follow-up e ambulatori per visite, controlli e prese in carico non urgenti.

La distanza su strada tra Ragusa e Modica è compresa tra circa 14,7 e 16 chilometri (tra 13 e 18 minuti in auto, in condizioni ordinarie). In altri termini: un tragitto breve su arterie provinciali, ma non privo d’impatto per pazienti fragili e per i familiari che li assistono. Va però considerato che, parallelamente, molti percorsi oncologici e chirurgici restano concentrati a Ragusa, bilanciando gli spostamenti in senso opposto.

Secondo il direttore generale Giuseppe Drago, la scelta risponde a un’esigenza concreta: garantire più posti letto ai reparti clinicamente più sotto pressione, senza interrompere i percorsi di Infettivologia che, a Ragusa, restano in day-hospital e in ambulatorio. La direzione sostiene di aver condiviso il progetto con le istituzioni locali, a partire dal sindaco di Ragusa Peppe Cassì.

Il tema Oncologia è sensibile da anni. Nel novembre 2024, l’Asp aveva spiegato pubblicamente che il trasferimento di 7 posti di degenza oncologica al Giovanni Paolo II era “auspicato da anni” per integrare in un unico presidio i servizi necessari: Pronto soccorso, Cardiologia, Anestesia, Radiologia, Medicina Nucleare e Unità Farmaci Antiblastici. La riorganizzazione odierna dialoga con quella scelta, completando un mosaico che tende a concentrare competenze e tecnologie per percorsi più rapidi.

La decisione “non passa inosservata”. Nelle ultime ore, una nota diffusa da un utente ha lamentato il “depotenziamento” dell’Infettivologia a Ragusa e chiesto addirittura un’“ispezione ministeriale” per verificare la coerenza della scelta con i bisogni di salute pubblica, citando anche la pressione sul Pronto soccorso. È il segno di una comunità attenta e, in parte, preoccupata, che chiede garanzie su tempi, qualità dell’assistenza e dimensionamento degli spazi.

Il tema delle specialità “mobili” tra Ragusa e Modica non è nuovo: nell’autunno 2025, ad esempio, il dibattito si era acceso anche su Urologia, con posizioni politiche contrapposte. L’Asp ha sempre rivendicato la logica di sistema e la necessità di garantire appropriatezza e sicurezza, mentre alcuni rappresentanti istituzionali mettevano in guardia su possibili “squilibri territoriali”. Segnali utili a comprendere quanto la tenuta dei servizi, più che le etichette, sia la vera cartina di tornasole per i cittadini.

Per capire l’orizzonte verso cui tende la riorganizzazione, conviene guardare ai numeri. Nel 2024, la Chirurgia generale del Maggiore – Nino Baglieri ha eseguito 2.689 interventi su 2.656 pazienti, con 1.652 interventi di “chirurgia maggiore”, pari a un +15% rispetto al 2023. Dati che hanno contribuito a “ridurre quasi a zero” le attese, soprattutto nei casi oncologici, trattati entro 30 giorni dalla diagnosi. Sono numeri che raccontano una piattaforma chirurgica in grado di assorbire volumi e di sostenere percorsi complessi.

Sul versante dell’abbattimento delle liste, l’Asp di Ragusa rivendica una riduzione dell’83,27% dei ricoveri arretrati e del 98,69% delle prestazioni ambulatoriali nel secondo semestre 2024. È un segnale organizzativo importante, ma che va consolidato: redistribuire letti e competenze serve, infatti, a mantenere lo standard raggiunto e ad affrontare i picchi stagionali senza scivolare nuovamente in attese e rinvii.

La riorganizzazione dell’Infettivologia in provincia di Ragusa è una scelta che unisce pragmatismo e rischio: centralizzare per curare meglio i casi complessi, decentrando la presa in carico ambulatoriale per restare vicini al territorio. Funzionerà se gli attori — ASP, Comuni, professionisti — governeranno insieme i dettagli: trasporti, posti letto, personale, protocolli. Perché, al di là delle mappe, a misurare il successo saranno — come sempre — i tempi e gli esiti per i pazienti.