23 dicembre 2025 - Aggiornato alle 22:06
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Il referto

In Sicilia la crisi idrica va avanti da almeno 25 anni: la "certificazione" della Corte dei Conti

Da allora la situazione è solo peggiorata. E i dissalatori non sono la soluzione

Redazione La Sicilia

23 Dicembre 2025, 19:51

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«È palese, allo stato degli atti che su tutte le situazioni di grave inefficienza gestionale già accertate e segnalate dal Generale Jucci nella relazione conclusiva del 2000 (come la realizzazione delle grandi Dighe Pietrarossa e Blufi, rilevazione ed eliminazione perdite idriche nelle reti di adduzione), nessun significativo stato e/o livello di miglioramento qualitativo nella gestione dell’approvvigionamento primario e del ciclo idrico integrato risulta conseguito nelle successive gestioni emergenziali e neppure nella concorrente gestione amministrativa ordinaria, registrandosi - in senso contrario - altrettanto palesi peggioramenti complessivamente gravanti sul sistema idrico». È quanto scrive la Corte dei Conti nel "Referto sulla gestione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di grave deficit idrico e alla criticità delle infrastrutture nel territorio della regione siciliana". I giudici contabili fanno riferimento, in particolare, alla figura del generale Roberto Jucci, commissario straordinario per l’emergenza idrica, che aveva già segnalato nel 2000 quali iniziative si dovessero prendere per migliorare il sistema idrico in Sicilia.

Sui dissalatori scrivono i giudici contabili che allo stato sono «da considerarsi una fonte marginale di approvvigionamento idrico emergenziale» perché «entrano in funzione solo per brevi periodi, durante le fasi considerate più critiche per la contestuale aumentata domanda di acqua e minore disponibilità idrica, mentre durante il resto dell’anno vengono mantenuti in stand-by». Secondo la Corte dei conti «non è stata raggiunta un’adeguata e chiara evidenza dell’economicità e dell’efficienza della scelta dei dissalatori, rispetto ad altre forme o modalità di ottenimento della risorsa idrica (in particolare, in comparazione con i costi di un maggior efficientamento delle reti di distribuzione, nonché dei pozzi e degli invasi esistenti)».