la storia
L’isola europea dove il Natale si festeggia il 6 gennaio
Un microcosmo alle Shetland che segue ancora il calendario giuliano, dove gli abitanti sono poche decine, i rifornimenti dipendono da barche e piccoli aerei, e le scogliere raccontano una natura estrema
Nell’unica sala comune del piccolo alloggio per visitatori, una famiglia scarta i regali. Non è il 25 dicembre: a Foula, l’isola più occidentale delle Shetland, il Natale si festeggia il 6 gennaio, quando il resto d’Europa ha già smontato l’albero. Non è un capriccio folcloristico: qui si segue il vecchio calendario giuliano, una scelta che sopravvive alla prova del tempo e del mare.
Un arcipelago nell’arcipelago: dov’è Foula e perché è così isolata
Foula è un lembo d’Atlantico: sta a circa 32 chilometri (20 miglia) dalla costa ovest della “Mainland” delle Shetland, oltre un tratto di mare che in inverno può diventare proibitivo. Con i suoi 12,7 km² e cinque rilievi rocciosi – il più alto è lo Sneug a 418 metri, seguito dal Kame a 376 metri – l’isola accoglie una comunità minuscola, oggi tra le 17 e le 35 persone a seconda delle fonti e dei periodi dell’anno. La stima “intorno ai 30-35 residenti” è quella più citata dai siti turistici locali; il censimento 2022 indicava un valore più basso, segno di una demografia fluttuante tipica dei micro–insediamenti. La solitudine qui non è posa, è geografia.
In pratica, raggiungere Foula significa affidarsi a poche opzioni: un piccolo aereo della Airtask/Directflight in partenza dall’aeroporto di Tingwall (poco fuori Lerwick), 15 minuti di volo dritti sopra l’oceano; oppure un traghetto di BK Marine, la “New Advance”, che copre la rotta Walls–Foula in circa 2 ore–2 ore e 15. Tutto “meteo permettendo”: gli imbarchi saltano, i piani cambiano, e non è raro che i servizi vengano temporaneamente spostati su Sumburgh durante lavori o emergenze operative. In mare, la traversata è unica al giorno quando c’è, e il traghetto non imbarca auto: conviene pensare a Foula come a un approdo per chi viaggia leggero e bene organizzato.Informazioni operative sono pubblicate da Shetland Islands Council e dagli operatori locali, con prenotazione essenziale per entrambi i mezzi di collegamento.
Il calendario “sfasato” di dodici giorni: perché a Foula il Natale è il 6 gennaio
La tradizione dello “Old Christmas” affonda nella storia europea. Nel XVI secolo, il papa Gregorio XIII introdusse il calendario gregoriano per riallineare l’anno civile ai solstizi, anticipando di fatto le ricorrenze di circa 10–12 giorni rispetto al giuliano. La Gran Bretagna adottò il nuovo computo nel 1752; non così Foula, che proseguì con l’antica scansione del tempo. Un ulteriore scarto si consolidò nel 1800, anno considerato bisestile nel giuliano ma non nel gregoriano: a Foula l’“Old Christmas” slittò così al 6 gennaio e l’“Old New Year” al 13 gennaio, dove sono rimasti fino a oggi.
La festa, raccontano i residenti, è un rito sociale più che domestico: i bambini aprono i regali al mattino, poi ci si visita di casa in casa, si suona, si canta, si brinda. Alcune famiglie, soprattutto con bimbi, ricevono “Santie” due volte – il 25 dicembre e il 6 gennaio – ma i più “ortodossi” aspettano solo la data giuliana. Un modo schietto per dire che, su un’isola dove il tempo è scandito dal meteo, la tradizione vale ancora più del calendario da parete.
Infrastrutture ridotte all’osso: cosa c’è e cosa non c’è davvero sull’isola
A Foula nulla è superfluo. E molto, per chi arriva dal continente, semplicemente non c’è. È bene chiarirlo:
Nessun pub, nessun bar, nessun negozio di alimentari: i visitatori devono portare con sé le provviste o concordare in anticipo i pasti con gli host delle strutture in self‑catering. Alla Post Office si trovano al massimo cartoline o piccoli souvenir.
La copertura mobile è limitata e variabile; in alcuni punti c’è 4G, in altri di fatto nessuna connessione. Wi‑Fi pubblico non pervenuto, e l’accesso alla rete – quando c’è – è spesso legato agli alloggi.
Non esiste trasporto pubblico: per lo spostamento tra molo e airstrip e per eventuali trasferimenti si chiede ai residenti, sempre con preavviso.
I rifornimenti arrivano via traghetto o via velivoli leggeri: posta, viveri, attrezzature, medicinali. E quando il tempo si mette di traverso, si aspetta.
Questa essenzialità è anche la forza di Foula: chi ci vive conosce più mestieri – dalla manutenzione stradale alla gestione del molo, dal servizio antincendio dell’airstrip al lavoro a scuola – e chi visita percepisce una comunità autosufficiente, pragmatica, accogliente entro i limiti imposti dal mare.
Energia: un’isola “off‑grid” che sperimenta da decenni
Foula non è collegata alla rete elettrica nazionale: produce e distribuisce energia con un sistema privato gestito dalla Foula Electricity Trust (nata nel 1982), un’organizzazione di comunità che fa scuola in Scozia. Il mix comprende micro‑idroelettrico, solare, eolico e generatori diesel di backup. La strada non è stata lineare: progetti pionieristici, guasti in serie, pale danneggiate da venti oltre i 160 km/h, lunghi periodi a gasolio con orari di erogazione ridotti, poi aggiornamenti e nuove installazioni che hanno progressivamente riportato la produzione verso le rinnovabili. Oggi, come in altre isole “off‑grid”, la regola d’oro è la ridondanza: più fonti, batterie dove possibile, e il diesel come rete di sicurezza quando sole e pioggia – qui l’acqua è preziosa per la turbina – non bastano.
Per il visitatore questo si traduce in una raccomandazione semplice e cruciale: usare l’energia con parsimonia e rispetto, soprattutto nei mesi invernali. In un contesto “off‑grid”, ogni watt conta.
Scogliere, uccelli e protezioni: un museo di geologia a cielo aperto
A rendere Foula speciale non è solo la “cronologia differente” delle feste. L’isola è un santuario naturale. L’intero territorio è designato come Special Protection Area (SPA) per l’avifauna, Site of Special Scientific Interest (SSSI) per torbiere e colonie di uccelli marini, e rientra in una National Scenic Area. Anche la costa è riconosciuta come SSSI per la sua straordinaria geomorfologia: archi, grotte, “geos”, torrioni, fessure scavate nella roccia, tra cui la spettacolare Sneck o’ da Smaalie, una fenditura che sprofonda per decine di metri verso il mare. Le scogliere del Kame raggiungono circa 1.233 piedi (376 m), tra le più alte a picco nel Regno Unito; al Noup si sale a 248 m.
Sulle rupi e nelle brughiere si contano, in stagione, centinaia di migliaia di uccelli marini: fulmari, urie, gabbiani tridattili, pulcinelle di mare. E soprattutto i great skuas – per i locali i bonxies – qui tra le concentrazioni più importanti delle Isole Britanniche. In primavera‑estate è normale che i bonxies “attacchino” dall’alto chi si avvicina ai nidi: basta alzare un bastone sopra la testa, cambiare traiettoria e proseguire con calma.
Per muoversi senza stress c’è la Foula Heritage Ranger Service, un piccolo presidio locale che offre passeggiate guidate e mappe per itinerari self‑guided; non c’è tariffa fissa, ma una donazione è gradita. È il modo migliore per scoprire la Gaada Stack, la doppia arcata naturale che sembra un ponte sospeso sull’Atlantico, o per affacciarsi in sicurezza su costa e brughiera.
Una storia che passa dal mare: il relitto dell’“Oceanic” e gli inverni lunghi
Chi ama la storia marittima conosce l’RMS Oceanic della White Star Line, poi HMS Oceanic allo scoppio della Prima guerra mondiale: il 8 settembre 1914 la nave si incagliò sui bassifondali detti Shaalds of Foula, a poche miglia dall’isola, e fu perduta in una mareggiata settimane dopo. Era stata la più grande nave passeggeri al mondo a cavallo del 1900; per i sub, nelle giuste condizioni, la zona resta un’area di immersioni affascinante – ma impegnativa – tra resti, correnti e acque fredde.
La memoria di Foula è fatta di inverni con finestre di luce brevi e tempeste che sembrano non finire mai, ma anche di una primavera che accende le brughiere e di estati con giornate interminabili. Non esistono “bassa” e “alta” stagione come altrove: esiste il periodo in cui si può navigare e volare con più probabilità, generalmente da maggio a settembre, e quello in cui serve una pazienza diversa. L’isola non premia l’improvvisazione, ma ripaga l’attenzione.