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Attualità

"Il mio regalo per Ragusa nel 2026 sarà il parcheggio di Ibla"

Il sindaco Cassì risponde alle domande de "La Sicilia" e illustra le strategie dei prossimi mesi

Laura Curella

27 Dicembre 2025, 09:05

giuseppe cassì

Il sindaco di Ragusa Peppe Cassì

Il 2026? Un anno significativo per Ragusa. Il sindaco Peppe Cassì traccia il quadro dei prossimi mesi parlando di infrastrutture strategiche, in particolare quelle legate all’accessibilità di Ibla, ma anche di valorizzazione e la gestione del patrimonio culturale del Castello di Donnafugata. Ed ancora, lo sviluppo turistico in chiave destagionalizzata come l’attrazione di investimenti nazionali e internazionali che porteranno ricadute economiche e occupazionali sul territorio. Infine, il quadro politico e il rapporto tra amministrazione e cittadini. L’obiettivo è accompagnare la crescita della città attraverso interventi strutturali e una programmazione di medio-lungo periodo, tenendo insieme esigenze di sviluppo, tutela del patrimonio e sostenibilità, in un momento in cui Ragusa è chiamata a definire con maggiore chiarezza il proprio percorso futuro.

Sindaco, che regalo può aspettarsi Ragusa per il 2026?

"Io parlo sempre di cose concrete. Se devo indicare un obiettivo importante per la città, direi che potremmo essere davvero vicini alla conclusione dell’iter amministrativo per il parcheggio di Ibla. È un’opera molto attesa, complicata sotto tanti punti di vista, ma potremmo arrivare a breve al passaggio in Consiglio comunale per la dichiarazione di pubblica utilità e l’avvio della procedura".

Parliamo di un’infrastruttura fondamentale per Ibla ma in generale per l'intera città.

"Sì, probabilmente è l’opera infrastrutturale più attesa. Lo abbiamo visto anche nel periodo natalizio: Ibla è uno spettacolo assoluto, un gioiello inestimabile, curato in modo evidente. Rendere questo luogo più accessibile significherebbe fare un salto di qualità enorme, sotto tanti aspetti. È un’opera costosa e complessa, inserita in un contesto urbano delicato".

Il regalo che la città non riceverà riguarda invece il castello di Donnafugata...

"Sull'argomento c’è stata una narrazione spesso molto polemica e fuorviante. Voglio evidenziare che il Comune non ha subito una bocciatura da parte di enti esterni sull'iter di gestione in partenariato pubblico privato: semplicemente la procedura gestionale è stata fermata all’interno dell’amministrazione perché non rispondeva pienamente alle indicazioni richieste dalla commissione che aveva analizzato e individuato la proposta di gestione del sito. Rimango comunque dell'idea che trovare forme di collaborazione con soggetti privati esperti nella gestione di collaborazione, come succede in giro nell'Italia e nel mondo, rimane la strada migliore. Il problema è come arrivarci. Mi dispiace che passi in secondo piano il lavoro enorme fatto negli anni. Parliamo concretamente di un asset culturale che ha ricevuto milioni di euro di finanziamenti, con investimenti e miglioramenti significativi. Oggi il Castello è sempre più bello e attrattivo. L’obiettivo ora è gestirlo nel miglior modo possibile".

Guardando al 2026, cosa altro dobbiamo aspettarci?

"Una cosa è già chiara: Ragusa come meta turistica non è più una città stagionale. I dati ci dicono che mesi come ottobre o novembre possono andare meglio di luglio. Anche per effetto dei cambiamenti climatici, gli stranieri preferiscono periodi come la primavera o l’autunno. Ci sono stranieri che hanno scelto il nostro territorio per nuove ed importanti iniziative. Sono un valore. A Marina di Ragusa, come in altri casi, parliamo di investimenti importanti da parte di imprenditori non locali, anche stranieri, per decine e centinaia di milioni di euro. Questo significa crescita economica, lavoro, movimento, idee. Non lo vedo come un disvalore, ma come un’opportunità. Penso alla gestione del porto turistico come ai nuovi complessi turistici che apriranno in estate. Ci sarà un interesse sempre crescente sulla nostra città, che ribadisco ha una reputazione nazionale e internazionale molto elevata".

Passiamo alla politica. Dopo la scelta di entrare in Forza Italia ha percepito un contraccolpo?

"Era un passaggio prevedibile. L'ingresso in un partito significa fare una scelta di parte e questo può avere conseguenze sul consenso. Ma la politica non si misura sui social. Io vivo la città ogni giorno, in maniera capillare. Conosco il tessuto sociale, economico e associazionistico. Sono questi i miei veri punti di riferimento. Non percepisco negatività. Alla fine, la politica è fatta di persone, di valori, di passione e di lavoro quotidiano. E top statuto questo vale per un sindaco che affronta ogni giorno i problemi reali della comunità, che sono tanti e complessi. Alla fine, nel rapporto diretto con i cittadini, questo aspetto conta più di qualsiasi etichetta politica".