il lutto
Addio a Brigitte Bardot: da icona mondiale a paladina degli animali, una vita tra mito e polemiche
Aveva 91 anni: da sex symbol planetario e volto della Marianne a icona animalista, tra amori burrascosi, il ritiro dal cinema e le polemiche politiche
Si è spenta a 91 anni la stella di Brigitte Bardot, prima star planetaria simbolo stesso di una bellezza senza limiti, quasi sfrontata, poi ribelle indomita in difesa della causa animale. Un’icona, quella di B.B., che nella Francia di de Gaulle incarnò il simbolo stesso del paese, la Marianne, simbolo al quale diede il suo volto.
Era «la Marylin Monroe alla francese» ricordano oggi i suoi fan e i biografi. Emmanuel Macron, al quale l’attrice non aveva risparmiato violente critiche, ha reso oggi un omaggio emozionato, definendola «una leggenda del secolo» che «incarnava una vita di libertà». Era stata ricoverata più volte negli ultimi mesi, l’ultima a novembre. E ogni volta si erano diffuse voci allarmanti sul suo stato di salute. Stamattina, all’alba, è spirata al fianco del marito Bernard d’Ormale, che le è sempre rimasto vicino negli ultimi tempi. Era alla Madrague, la sua residenza diventata celebre a Saint-Tropez. A BFM, il capo delle relazioni esterne della sua fondazione, Bruno Jacquelin, ha confidato che 5 minuti prima delle 6, l’attrice ha sussurrato al marito 'piou pioù', le parole d’amore e d’intesa fra i due. Poi, è giunto il suo ultimo respiro.
Bernard d’Ormale, che conobbe a casa di Jean-Marie Le Pen quando negli anni Novanta si avvicinò definitivamente all’estrema destra, fu l’ultimo marito di B.B.. Prima di lui, il regista che la lanciò, Roger Vadim, poi Jacques Charrier e Gunter Sachs. Ma innumerevoli furono i suoi amori e i suoi legami, soprattutto con protagonisti della scena. Primo fra tutti Raf Vallone, uno degli attori più celebri in Italia, poi Gilbert Bécaud, Sacha Distel, Serge Gainsbourg, Warren Beatty, Nino Ferrer e tanti altri.
Amori e storie sempre movimentate, in qualche caso segrete, sovrapposte l’una all’altra. Fra i tanti tabù che infranse, anche quello della maternità: ebbe un solo figlio, nel 1960, Nicolas, proprio quando era all’apice della sua gloria planetaria e accerchiata in permanenza da taccuini, macchine fotografiche e telecamere. Si proclamò priva di istinto materno e lasciò crescere il piccolo Nicolas a Jacques Charrier, suo padre. Era «follemente libera e...talmente francese...» ha detto oggi di lei la ministra della Cultura, Rachida Dati.
Il mito di B.B. esplose in tutta la sua potenza con l’uscita del film di Vadim «E Dio...creò la donna», del 1956, che arrivò soltanto due anni dopo in Italia con il titolo «Piace a troppi». Là Brigitte aveva soltanto 22 anni, ma la sua vitalità e la sua bellezza travolsero tutto: la scena di B.B. che, su un tavolo a Saint-Tropez, si scatena in un irresistibile mambo a piedi nudi, si impressero per sempre nell’immaginario dei francesi. «Brigitte Bardot ha fatto brillare Saint-Tropez nel mondo», ha ricordato oggi il sindaco della perla della Costa azzurra.
Il regista Claude Lelouch, intervistato oggi, ha ricordato che il presidente Charles de Gaulle, proprio negli anni dell’esplosione del mito B.B., gli disse: «La Francia siamo io e Brigitte Bardot». Lei, ha aggiunto Lelouch, «era più di un’attrice, era la Francia. Era una rivoluzione, perché in un mondo di falsi, lei non fingeva». Il film non fu ben accolto in Francia, fece scandalo lo spacco sulla gonna lunga di B.B. scatenata nella danza, ma il mito era nato. Le ragazze della fine degli anni Cinquanta sognavano di assomigliare a lei. Simone de Beauvoir è fra le sue ammiratrici: «A piedi scalzi, non gliene importa degli abiti eleganti, dei gioielli, dei profumi e del trucco. Fa quello che le piace e questo inquieta».
In quegli anni, la giovanissima B.B. diventa l’oggetto del desiderio di tutti i paparazzi del mondo, persino il suo parto nel 1960 avviene in casa per nasconderla alla curiosità dei media impazziti, con decine di fotografi tenuti lontani dalle sue finestre.
La bellezza e la sensualità di Brigitte attraversano gli anni Sessanta: Serge Gainsbourg scrive per lei (che le aveva chiesto «la canzone più bella che potesse immaginare») «Je t'aime...moi non plus», poi lo stesso autore racconterà: «Lei è una figlia del suo tempo, che si è liberata da tutti i sensi di colpa, da tutti i tabù che le imponeva la società». Tutte caratteristiche che risplendono nella sua interpretazione de «Il disprezzo» di Jean-Luc Godard. Era il 1963 e B.B. sullo schermo lasciava i benpensanti a bocca aperta, quando - sotto il sole di Capri, nuda - si rivolge così a Michel Piccoli: «come trovi il mio sedere, carino? E il seno ti piace?». Seguirà «Viva Maria», diretto da Louis Malle e film culto per i francesi, poi «Erasmo il lentiggionoso», con James Stewart, a consacrare la sua fama anche oltreoceano.
La gloria e la pubblicità raggiunte, insieme al suo carattere indomito, fanno sì che B.B. - all’apice del successo, nel 1973 - dica basta al cinema a meno di quarant'anni. La sua seconda vita sarà dedicata agli animali. Si insedia a Saint-Tropez, nella residenza de La Madrague. Poco distante, nel bosco, ospita e cura tutti i suoi animali, a La Garrigue: «È lì il mio ufficio, alla Madrague mi riposo», diceva.
Nel 1986 crea la Fondazione Brigitte Bardot, dedicata alla difesa degli animali, con battaglie epocali e quasi sempre vincenti contro il massacro dei cuccioli di foca, l’abolizione degli abbattimenti rituali, la chiusura dei mattatoi di cavalli, la difesa degli elefanti in Africa. Contemporaneamente, la virata verso l’estrema destra, le tesi violentemente anti-immigrazione, contro i musulmani, i gay, le femministe, che le valsero molte condanne in tribunale. E il rapporto forte, durato anni, con la famiglia Le Pen, prima con Jean-Marie, poi con la figlia Marine.