Ferragosto di lavoro per molti vignaioli, col caldo si anticipa la vendemmia: ottimismo per la resa in Sicilia
Si preannuncia una buona annata sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo
VENDEMMIA DI MOZIA_
Ferragosto di lavoro per molti vignaioli italiani costretti dal caldo ad anticipare la vendemmia per i bianchi e le varietà più precoci, ma con la soddisfazione di giungere alla raccolta di uve in buono stato sanitario. Un dato diffuso da Nord a Sud, che consente di prevedere per la vendemmia 2025 rese in linea con le medie produttive e molto promettenti in termini qualitativi. Le aspettative sono dunque alte e, se agosto proseguirà senza eventi estremi, la raccolta 2025 potrebbe restituire vini di grande espressività territoriale, affermano gli enologi riflettendo l’ottimismo diffuso nelle cantine.
In Sicilia nella tenuta Rapitalà tra Camporeale ed Alcamo la vendemmia è cominciata oggi. Per l’enologo di Rapitalà Silvio Centonze «la vendemmia 2025 si preannuncia buona sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. L’andamento climatico è stato generalmente favorevole: l’estate si è mantenuta mite, senza eccessi termici prolungati, permettendo una maturazione lenta e regolare delle uve. Le piogge primaverili, ben distribuite, hanno favorito uno sviluppo vegetativo equilibrato. La sanita delle uve è ottima e non si sono registrati particolari attacchi di peronospora o oidio».
Vini eleganti e freschi
Secondo il giovane agronomo della Tenuta Giuseppe Meo «la produzione si prevede in linea con la media nazionale, con buone prospettive per ottenere vini eleganti, freschi e ben equilibrati». La tenuta Rapitalà, di cui è presidente Nino Caleca, si estende per circa 250 ettari su un territorio che declina da 600 a 300 metri di altitudine. L’uva, pertanto, matura in tempi diversi e la vendemmia iniziata si concluderà nella terza decade di ottobre.
A Butera, nel cuore della Sicilia sud-occidentale, è iniziata la vendemmia 2025 anche per Tenute Navarra con uve in perfetto stato sanitario e ottime prospettive qualitative. Dopo due annate difficili «le rese delle varietà autoctone si preannunciano finalmente buone», stima Alberto Tasca dell’azienda Tasca d’Almerita che da sola riassume la complessità del "continente vitivinicolo" siciliano, con vendemmie distribuite su 90 giorni tra le sue cinque tenute, dall’isola di Mozia, passando da Regaleali, fino alle pendici dell’Etna.
Nello Stivale
Va bene anche nel resto d'Italia. In Trentino «le prime impressioni indicano un’annata promettente sia per qualità che per quantità», sottolinea il patron di San Leonardo, Anselmo Guerrieri Gonzaga. L’Alto Adige conferma un andamento simile: in Cantina Terlano e Cantina Andriano «l'allegagione si presenta moderata e caratterizzata da grappoli spargoli, che è un indice positivo in termini qualitativi». E sulle sponde del Lago di Caldaro, riferisce Thomas Scarizuola il Kellermeister di Cantina Kaltern, «le uve mostrano un ottimo potenziale qualitativo, promettendo un’annata eccellente».
In Franciacorta «per ora ci sono tutte le condizioni per una vendemmia di buona quantità e ottima qualità», osserva Giulio Barzanò di Mosnel. In Piemonte la vendemmia 2025 si presenta con ottime prospettive qualitative per l’Alta Langa Docg con la raccolta del Pinot nero, fa sapere il Consorzio Alta Langa, al via con qualche giorno di anticipo. Anche Federica Boffa Pio, quinta generazione di Pio Cesare, è positiva: «Il terreno ha fatto un’abbondante scorta di acqua per affrontare al meglio l’estate». Mentre in Liguria «la primavera è stata un pò ballerina» spiega il produttore Diego Bosoni (Lunae), tra gli interpreti principali dei Colli di Luni, «ma grazie al microclima che ci caratterizza e alla bravura dei ragazzi in vigna siamo arrivati alla stagione estiva con vigneti in piena salute».
La raccolta delle uve diventa turistico-didattica con la «Festa della vendemmia in Emilia-Romagna» promossa da Confagricoltura a Parma, Ferrara e Modena dopo che l’enoturismo in regione è aumentato del 19% in un anno, trainato dalla crescente domanda di percorsi enogastronomici.
Intanto in Toscana i vigneti di Castello di Fonterutoli (Castellina in Chianti) hanno goduto di un ottimo germogliamento e per Francesco Mazzei «la produzione sembra essere buona». Mentre nel distretto del Brunello di Montalcino, secondo Bianca Ferrini di Giodo «sarà una vendemmia gestita con un 80% di tecnica e 20% di istinto», dopo l’anomalo caldo di fine giugno. Ottimismo in Maremma dove l’annata si prospetta molto positiva per qualità e aromaticità.
A frenare gli entusiasmi «per una raccolta messianica» è Riccardo Cotarella, il presidente di Assoenologi: con un mercato in frenata su scala globale, ammonisce, "dobbiamo imparare a produrre meno».