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Caltanissetta, così trafugavano i tesori di Sicilia e li rivendevano all’estero a collezionisti privati

Di Redazione |

CALTANISSETTA – E’ gigantesco il traffico internazionale di reperti archeologici siciliani sgominato dai carabinieri del Nuclo e tutela patrimonio ambientale. Venti i provvedimenti eseguiti in Italia: otto persone sono state condotte in carcere, sette poste agli ai domiciliari e per altre cinque è stato disposto l’obbligo di presentazione alle forze dell’ordine. Altri tre indagati sono stati arrestati in Inghliterra, Spagna e Germania. I militari hanno sequestrato oltre 20mila reperti, molti dei quali inviati all’estero e che a breve torneranno in Italia, per un valore superiore ai 20 milioni di euro.

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Secondo quanto ricostruito dai magistrati della Procura distrettuale di Caltanissetta nell’inchiesta «Demetra» i reperti archeologici provengono da scavi illegali eseguiti da un gruppo di «tombaroli», che avevano anche accordi con i proprietari di alcuni terreni situati tra il sud della provincia nissena e il territorio agrigentino. Alcuni reperti venivano trasportati al nord Italia, in particolare in Piemonte, e venduti ad alcuni collezionisti consapevoli della provenienza illegale dei beni.

Secondo i carabinieri al vertice del gruppo era il riesino Francesco Lucerna, 76 anni. L’inchiesta è partita da un’indagine antimafia della Procura nissena sul territorio di Riesi e ha assunto sviluppi internazionali quando i carabinieri si sono messi sulle tracce di Gaetano Patermo, 63 anni, di Riesi, il quale aveva contattti non soltanto con la rete di corrieri che smerciava reperti al nord, ma anche con i componenti di un’altra organizzazione che operava tra Londra, Barcellona e Monaco di Baviera.

I militari dell’Arma, insieme ai colleghi delle polizie straniere e di Europol ed Eurojust, hanno ricostruito l’organizzazione che faceva capo al londinese William Thomas Veres, il quale aveva negli italiani Andrea Palma a Barcellona e Rocco Mondello a Monaco di Baviera due referenti di primo piano. Tutti e tre sono stati arrestati.

I reperti, hanno ricostruito i carabinieri coordinati dalla Procura di Caltanissetta, arrivavano sempre dalla Sicilia, trasportati nei modi più disparati. In un’occasione un corriere aveva nascosto alcune monete d’argento di epoca greca nel portafoglio per sviare i controlli in aeroporto. I reperti, emerge dall’inchiesta, erano immessi nel circuito delle case d’aste di Monaco di Baviera e provvisti di certificati di provenienza. Risultava infatti che i beni arrivassero da collezioni private. Il ricavato finiva poi a Londra, e Veres lo redistribuiva anche in Italia grazie all’aiuto di Palma a Barcellona con sistemi di money transfer o con consegne in contanti. Diversi corrieri si recavano in Spagna a recuperavano il denaro, facendo attenzione a non superare il limite di contanti trasportabili.

In carcere sono finiti Francesco Lucerna, 76 anni, di Riesi, Matteo Bello, 61 anni, di Ravanusa, Francesco Giordano, 71 anni, di Campobello di Licata, Luigi Giuseppe Grifasi, 64 anni, di Ravanusa, Calogero Ninotta, 39 anni, di Ravanusa, Gaetano Romano, 58 anni, di Ravanusa, Gaetano Patermo, 63 anni, di Riesi e Palmino Pietro Signorelli, 66 anni di Belpasso. Arresti domiciliari per Valter Bertaggia, 70 anni, di Collegno (Torino), Giovanni Lucerna, 49 anni, di Torino, Maria Debora Lucerna, 55 anni, di Torino, Salvatore Pappalardo, 75 anni, di Misterbianco, Calogero Stagno, 51 anni, di Favara, Luigi Signorello, 34 anni, di Belpasso e Luigi La Croce, 62 anni, di Strongoli.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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