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Mistero a Notre Dame, dov’è finita la scultura del nisseno Tripisciano?

Di Walter Guttadauria |

CALTANISSETTA – Ma che fine ha mai fatto la statua della Madonna col Bambino di Michele Tripisciano, una delle tre realizzate dallo scultore, che lunga tradizione vuole ubicata nella Cattedrale di Notre Dame di Parigi? L’interrogativo nasce spontaneo visitando la splendida chiesa gotica francese dove i biografi del maggiore scultore nisseno collocano, appunto, quella che è ritenuta tra le sue opere più riuscite: ma girando all’interno del tempio, tra le tante bellezze offerte all’ammirazione del pubblico, di questa statua oggi non si trova alcuna traccia.

Chi scrive è recentemente tornato a Notre Dame, dopo averla già visitata in altre circostanze, quando ha tentato sempre di “scovare” l’opera nissena: da ultimo s’è anche munito di foto di una delle due “consorelle” (che, ricordiamo, si trovano nella cappella Testasecca al cimitero Angeli e nella chiesa del Corpus Domini di Milano, quest’ultima nella foto), facendola vedere in giro agli addetti alle informazioni e al personale vario di servizio nella cattedrale francese: ma nessuno ha detto di conoscerla. E allora?

Non sappiamo, sinceramente, se a Notre Dame esistano sotterranei o altri locali adibiti a mo’ di “magazzini” di opere (come accade altrove): sta di fatto che la Madonna del Tripisciano non si trova tra le cappelle che sono visitate giornalmente da migliaia di turisti di tutto il mondo: e questo non può che rammaricarci. Ed è per questo che, nell’occasione, lanciamo un appello affinché chi abbia maggiori informazioni in merito le possa rendere di pubblico dominio.

La “Madonna in trono col Bambino”, come detto, è una delle più belle sculture del Tripisciano, che nel 1894 ne realizzò il bozzetto in gesso, che è quello che oggi si conserva nel museo dedicatogli a Palazzo Moncada. La prima versione marmorea, con alcune differenze (è più piccola rispetto al bozzetto e con in più delle decorazioni) è invece del 1895, realizzata a Roma e destinata ad ornare la cappella del conte Ignazio Testasecca agli Angeli, dove tuttora si trova.

Il secondo esemplare della statua, datato 1909, è quello che si trova all’interno della chiesa del Corpus Domini di Milano, affidata ai frati Carmelitani Scalzi. Ma in questo caso – contrariamente a Notre Dame – l’opera ha a tutt’oggi una più che dignitosa collocazione: si trova, infatti, alloggiata nella terza cappella a sinistra della chiesa superiore, cappella che è dedicata alla Madonna del Carmine. La statua, racchiusa in un’elegante nicchia, domina l’altare di marmo disegnato dal frate architetto carmelitano Bernardo Arosio ed eseguito dallo scultore Colombo, mentre le decorazioni e la volta sono del pittore e decoratore Eugenio Cisterna. La lunetta d’argento del tabernacolo, disegnata anch’essa da padre Arosio, fu eseguita a cesello a sbalzo d’orefice Mangiagalli. Insomma, come s’è detto, qui la scultura del Tripisciano è ampiamente valorizzata.

Non è dato conoscere, invece, l’anno di esecuzione dell’esemplare destinato a Notre Dame, e come e quando la statua sia finita nella capitale francese: non ne parla neanche il primo biografo del Tripisciano, vale a dire l’indimenticato prof. Enzo Falzone, autore nel 1957 di un volumetto dedicato all’artista ed edito dal Comitato nisseno della “Messa degli Artisti”. Rimangono, dunque, questi “misteri”, così come rimane sconosciuto il luogo dove questa terza “consorella” è finita (sempre che esista ancora…).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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