Montante e i ricatti: video (inesistenti) e dossier contro i "nemici" Crocetta e Marino
Il processo a caltanissetta contro l'ex presidente di Sicindustria: al centro il pressing mediatico
Rosario Crocetta e Antonello Montante
Le presunte soffiate di Antonello Montante ad Antonio Fiumefreddo per pubblicare notizie e dossier su “Sudpress” sull’uno o l’altro “nemico” da mettere sotto torchio sono state al centro dell’udienza che si è tenuta ieri nell’aula bunker di Caltanissetta sul presunto sistema che l’ex leader degli industriali siciliani avrebbe messo in piedi pur di “mascariare” quelli che non si sarebbero piegati ai suoi voleri.
A salire sul banco dei testimoni è stato Pierluigi Di Rosa, ex editore di “Sudpress” ed ex socio di Antonio Fiumefreddo, che ha raccontato il clima che si viveva nel momento in cui il legale catanese avrebbe raccontato fatti e misfatti di cui era venuto a conoscenza chiedendo la pubblicazione delle notizie. Ma senza carte d’appoggio, Di Rosa si è sempre rifiutato di farlo. Lo stesso ex editore si è soffermato sulla richiesta di pubblicare l’articolo relativo alla telefonata - poi risultata inesistente - tra Rosario Crocetta, ex presidente della Regione, ed il chirurgo plastico Matteo Tutino su Lucia Borsellino, all’epoca assessore alla Salute nella stessa Giunta di Crocetta. Altre questioni quelle relative ai dossier sul magistrato Nicolò Marino su un presunto utilizzo improprio dell’auto blindata e a Crocetta con il video hard che non è mai stato trovato. Una testimonianza “fotocopia” delle Sit (sommarie informazioni testimoniali) con Di Rosa che ha parlato anche di un contatto fisico con Fiumefreddo nel momento in cui le notizie, non verificate, non venivano pubblicate.
Anche Di Rosa quindi avrebbe ricevuto un pressing continuo da Fiumefreddo. Insomma, sia Crocetta (imputato in questo processo) che Marino erano pressati da Montante e da Fiumefreddo (che non è imputato). Ieri il tribunale ha messo il veto alla pubblicazione della registrazione dell’udienza su Radio Radicale perché a settembre verranno sentiti Antonio Fiumefreddo e la segretaria di “Sudpress”, eppure già i diretti interessati sono stati sentiti dalla procura di Caltanissetta nel momento in cui Alfonso Cicero ha ricevuto la comunicazione dell’esistenza di un video hard di Crocetta e si è recato dagli inquirenti. Filmino che sarebbe stato girato in Tunisia ma che di fatto non è mai stato trovato. Di Rosa ha raccontato anche di una notizia del 2013 su un attentato organizzato contro Cicero. Notizia che gli fu data direttamente da Fiumefreddo che in quell’occasione venne nominato quale difensore dallo stesso ex presidente dell’Irsap di Caltanissetta. Solo Crocetta, che si è sempre difeso quando gli è stato notificato l’avviso di garanzia su questo filone, potrà un giorno raccontare di quel pressing tra ricatti e nomine.
Sempre ieri il generale in pensione, Alberto Tersigni - all’epoca dei fatti in servizio alla Dia di Palermo - ha parlato di altre pressioni fatte da Montante perché «indagassimo sull'editore e sul direttore di Live Sicilia Giuseppe Amato e Francesco Foresta, ma anche su Pasquale Foresta, padre di Francesco. Dalle indagini non emerse nulla di particolare».