Notizie Locali


SEZIONI
Catania 20°

Caltanissetta

Gela: il robot Hublot scandaglia i fondali marini

Di Maria Concetta Goldini |

Nei fondali di Gela che hanno restituito la nave greco arcaica e i lingotti di oricalco unici al mondo, la Hublot, azienda svizzera di orologi di lusso e l’Università di Ginevra stanno testando da qualche giorno un mini robot innovativo nella ricerca di reperti archeologici. Un apparecchio progettato dalla Hublot che per le sue dimensioni è assai versatile ed efficace nei fondali torbidi come quelli gelesi. Oltre a potenti telecamere ha l’innovazione di essere dotato di sensori capaci di rilevare in acqua la presenza di vari tipi di metalli. Nel ricco mare di Bulala l’azienda svizzera con la sua equipe e il gruppo del prof. Lorenz Baumer dell’Università di Ginevra realizzeranno una perlustrazione dei fondali per mappare i reperti archeologici presenti che saranno poi recuperati. La campagna è finanziata dalla stessa Hublot che nel recente passato ha investito in ricerche e recuperi archeologici nei mari della Grecia. L’operazione avviata a Gela -la seconda fase avrà luogo a maggio- è stata realizzata a seguito di un’intesa siglata lo scorso anno dal Soprintendente del mare Sebastiano Tusa che ieri da assessore regionale ai Beni culturali, ha incontrato l’equipe svizzera insieme al suo successore dott. Adriana Frisina. «Fui invitato ad una conferenza a Ginevra e parlai dei grandi tesori che il mare di Gela restituiva e che ancora custodisce – racconta l’assessore Tusa – il gruppo Hublot doveva testare il nuovo robot e li ho convinti a farlo in Sicilia in un mare come quello gelese dove tanti reperti tra elmi e lingotti sono di metallo. Noi abbiamo il vantaggio di avere una mappatura dei nostri reperti che potranno così essere contestualizzati prima del recupero. I fondali gelesi per le loro caratteristiche non si prestano a musei sottomarini, i reperti vanno recuperati e musealizzati e per farlo è necessario pure che in Sicilia intervengano i privati». Il luogo del monitoraggio con il robot svizzero di nuova generazione è tra quelli marini di Gela uno dei più ricchi di relitti e materiali che vanno dall’età greca alla seconda guerra mondiale.L’ assessore Tusa ha lanciato ieri un progetto che gli è caro. «In Sicilia non abbiamo un laboratorio di restauro del legno bagnato e dei reperti del mare – ha detto – siamo costretti a mandarli fuori in Italia ed all’estero con costi esorbitanti che non ci possiamo più permettere. Io vorrei che fosse realizzato a Gela, la città in cui ci sono ancora tre relitti da recuperare nei fondali e che proprio per la caratteristica dei suoi fondali è un grande giacimento di tesori da portare a terra».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: