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Gela, un porto non navigabile a causa dell’insabbiamento

Di Redazione |

GELA (CALTANISSETTA) – Nuovo capitolo della storia infinita del porto rifugio non navigabile. Con una ordinanza la Capitaneria di Porto impedisce l’accesso all’area portuale ad imbarcazioni con un pescato superiore a 90 centimetri. Da cinque anni accedere all’interno del porto di Gela è un’odissea, mentre la politica lavora su due progetti – diversi tra loro – che non vedranno la luce prima di due anni almeno.

La storia. Il porto di Gela da cinque anni è poco navigabile a causa dell’insabbiamento. Una piaga che ha indotto gli operatori del settore marittimo a costituirsi in due associazioni: il comitato del porto rifugio e l’associazione dei pescatori.

Le battaglie. Tante sono le iniziative condotte dalle associazioni che hanno fatto da pungolo alla politica locale e regionale. Proteste che fino ad oggi non hanno portato frutti.

I due progetti. Per il porto rifugio sono due i progetti che si stanno portando avanti. Il primo riguarda il dragaggio dell’intera area portuale e l’allungamento del braccio di ponente per evitare che le correnti marine possano “portare” la sabbia all’interno del porto. Questo progetto è di 5milioni e 800 mila euro. Somme delle compensazioni dell’Eni. Il secondo è la realizzazione della darsena commerciale con i fondi della Comunità europea.

La burocrazia. Per il progetto del dragaggio mancano due autorizzazioni dal Ministero dell’Ambiente. La prima è il Via al progetto dell’allungamento del braccio di levante (la richiesta è stata inoltrata dalla Regione lo scorso luglio); la seconda è sulla caratterizzazione della sabbia i cui risultati ancora non sono stati rilasciati dall’Arpa Sicilia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA