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Otto mesi di volontariato per una scommessa di… 80 centesimi

Di Daniela Vinci |

GELA (CALTANISSETTA) – Svolgeranno servizio di volontariato fino al prossimo novembre, i tre minorenni – due ragazzi ed una loro amichetta – finiti nei guai per il furto aggravato di…80 centesimi.

La vicenda giudiziaria ruota attorno ad una “scommessa” per la quale Gup del Tribunale dei Minori di Caltanissetta, ha concesso ai tre la messa alla prova, così come richiesto all’apertura dell’udienza dai loro difensori, gli avvocati Nicoletta Cauchi, Joseph Donegani e Giovanni Giudice. I tre minori dovranno attenersi scrupolosamente alle disposizione del giudice e, fino a novembre, dovranno svolgere volontariato, fornendo aiuto e sostegno ai più bisognosi: chi fornendo assistenza ai bambini autistici e chi agli anziani. Il loro operato sarà poi valutato alla fine della messa alla prova. La vicenda giudiziaria dei tre comincia un anno fa e si intreccia con la voglia di gioco e di diversivo.

I tre ragazzi stavano passeggiando quando uno di loro informò i due amichetti di essere in possesso delle chiavi della Fiat Panda del genitore e di avere saputo che con quella chiave avrebbe potuto aprire le portiere di tutte le altre auto dello stesso modello. Ai dubbi manifestati dagli altri due, decisero di scommettere sulla veridicità di quanto assunto dal teen ager. Con quella chiave, dunque, cercarono di aprire una Panda, ma senza riuscirci. Poco dopo fu l’amico a chiedergli di fargli provare la chiave su un’altra vettura. Stavolta la portiera si aprì, ma in quei frangenti ad accorgersi della loro azione fu il proprietario. I tre teen agers, colti dal panico, si diedero alla fuga, ma mentre fuggivano sul posto si trovò a transitare una volante della polizia alla quale il proprietario dell’auto raccontò l’accaduto, riferendo che dall’auto non era stato rubato nulla, ma di non avere trovato solo 80 centesimi che aveva lasciato nell’abitacolo.

Per i tre, poi identificati, scattò la denuncia per furto aggravato di 80 centesimi. Davanti al Gup, i tre hanno ammesso la “bravata”, riferendo di avere agito per una scommessa, ma hanno negato di essersi impossessati delle monetine. Un pomeriggio di gioco divenuto un caso giudiziario che, per i prossimi otto mesi vedrà i tre ragazzini impegnati in attività di volontariato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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