Montante va in carcere: Pg di Caltanissetta firma il provvedimento
L'ex numero 1 di Confindustria Sicilia si è costituito al carcere di Bollate-Milano
Antonello Montante
La caduta del “sistema” non salva Antonello Montante. L’ex numero 1 di Confindustria Sicilia deve andare in carcere. Ne è convinta la Procura Generale di Caltanissetta che ha firmato l’ordine di carcerazione. Decreto che non è stato eseguito dai poliziotti della squadra mobile, che hanno svolto l’indagine “Double Face” da cui scaturisce il processo. L'imprenditore era fuori e si è costituito stasera davanti ai cancelli della casa circondariale di Milano Bollate. Secca la risposta dell’avvocato difensore, Giuseppe Panepinto: «I provvedimenti non si commentano ma si impugnano».
Per la Pg, dunque, non è stato necessario attendere la celebrazione del nuovo appello bis dopo che la Cassazione ha annullato senza rinvio il reato di associazione a delinquere. La Suprema Corte ha infatti affermato la responsabilità penale nei confronti di Antonello Montante per tre episodi di corruzione e per il reato di accesso abusivo (dal 2016 in poi). Dai calcoli dei magistrati nisseni la pena che l’imputato deve espiare è di quattro anni e cinque mesi e venti giorni a cui vanno aggiunti quelli già espiati in fase di misura cautelare (un anno e mezzo) e poi quelli che stabilirà la Corte d’Appello durante il processo di rinvio. Comunque, secondo le stime della Procura Generale, Antonello Montante parte da una condanna minima definitiva di sei anni considerando come reato base-principale la corruzione. L’associazione a delinquere, infatti, aveva un peso specifico di qualche mese nel conteggio della condanna a 8 anni che la Corte d’Appello aveva inflitto a Montante. La firma sul decreto è arrivata un mese dopo il deposito delle motivazioni della Cassazione sicuramente per lo stop feriale agostano. E anche perché il procuratore generale di Caltanissetta ha voluto leggere con attenzione le sessanta pagine scritte dagli ermellini.
La linea della procura generale di Caltanissetta la stessa adottata per il caso dell'ex giudice Silvana Saguto. Questa volta, però, il provvedimento restrittivo è giunto dopo la lettura delle motivazioni.