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Tribunale del Riesame di Caltanissetta: sono stati scarcerati gli imprenditori Luca

Di Daniela Vinci |

GELA (CALTANISSETTA) – Traballa al primo banco di prova l’inchiesta “Camaleonte” che, 17 giorni fa ha portato all’arresto degli imprenditori Francesco Luca, di suo fratello Salvatore e del figlio di questi Rocco – gli ultimi due titolari della “Lucauto”, una delle concessionarie più grosse del Mezzogiorno d’Italia adibita alla vendita di auto di lusso.

Il Tribunale del Riesame di Caltanissetta, presieduto dalla dott. Antonella Serio, nel primo pomeriggio di oggi ha disposto la scarcerazione dei tre imprenditori ai quali ha applicato, però, il divieto di dimora a Gela e nella provincia di Ragusa. I tre imprenditori erano finiti in cella con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Con la stessa inchiesta, condotta dal Gico della Guardia di Finanza sotto il coordinamento dei magistrati della Dda, sono stati incriminati, ma con l’accusa di riciclaggio, altri quattro componenti del nucleo familiare dei Luca ai quali era stato imposto il divieto di dimora nelle province di Caltanissetta e Ragusa.

Per l’accusa i Luca avevano costruito le loro fortune economiche grazie agli appoggi del clan di Cosa Nostra dei Rinzivillo. Questo hanno raccontato alcuni collaboratori di giustizia, i cui racconti, con carte alle mani, sono stati messi in discussione dai difensori dei Luca – gli avvocati Antonio Gagliano, Alfredo D’Aparo e Flavio Sinatra – in sede di ricorso al Riesame. Nell’ambito della stessa inchiesta, sotto sequestro è finito l’impero economico dei Luca, stimato in 63 milioni di euro. Ieri stesso, al termine della trattazione del ricorso, lo stesso Riesame ha disposto il dissequestro di alcuni beni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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