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Gela, una pagina Instagram spagnola per le bellezze della città

Di Domenico Russello |

GELA – Da un lato una città disastrata, tormentata da crisi idriche e igienico-sanitarie che portano le autobotti nel centro storico e i cumuli di immondizia in bellavista nelle strade, nelle piazze. Dall’altro le grandi potenzialità di un luogo che ha vissuto pagine di storia gloriosa, dal periodo greco all’epoca contemporanea, con tanti reperti e testimonianze ancora oggi visibili e ben conservate, a costituire un patrimonio che non ha eguali altrove. E se, in gran parte, gli adulti ignorano i tesori di Gela e tanti giovani sono costretti a fare le valigie e andarsene per inseguire le loro ambizioni lontano da casa, accade anche il contrario.

Accade che il patrimonio artistico e culturale di Gela sia l’oggetto della passione di tanti ragazzi e ragazze che vengono da altri paesi, ma studiando storia e archeologia greca se ne sono innamorati: tanto da voler impegnarsi per valorizzare quanto della città non è conosciuto adeguatamente. Nasce così il progetto di Marcelo Ciriaco, che si è recentemente laureato in Storia all’università di Malaga con una tesi su “La colonia greca di Gela: un approccio archeologico”. Marcelo lo scorso anno ha preso parte all’International archeo camp tenutosi alle Mura Timoleontee ed è ritornato nei giorni scorsi per partecipare alla seconda edizione dell’iniziativa. In Spagna è un personaggio pubblico perché ha partecipato nel 2011 al “Gran hermano”, la versione spagnola del “Grande fratello”. Pur avendo fatto un reality famoso e vissuto il mondo della tv, ha portato avanti la sua passione per lo studio laureandosi con una tesi che descrive il periodo greco della città e i suoi principali siti archeologici. Tornato quest’anno a Gela, in parallelo alla sua partecipazione all’International archeo camp come membro dello staff, ha creato una pagina su Instagram intitolata “La Mirada De La Gorgona” (“Lo sguardo della Gorgone”), coinvolgendo in questo progetto alcuni suoi colleghi per far conoscere in Spagna la bellezza dei tesori locali. Ha già capito, però, che i gelesi dovrebbero saperne di più sulla loro storia. «Questa città è magnifica – racconta – e io ne sono innamorato. La gente è solare, il museo ha reperti eccezionali. In Spagna non si trova niente di simile. Ma tutto questo non è conosciuto come merita, la gente non conosce il valore di ciò che possiede ed è impressionante».

Mentre Marcelo (che ha radici siciliane: il nonno paterno è originario di Giarre) esprime l’amara verità, ammette di avere la pelle d’oca. La sua idea è stata condivisa da Lourdes Giron, la coordinatrice del campo di archeologia, Marta Jaime, Adexe Hernandez e Milagros Sanchez: un “equipo” che rappresenta le università di Malaga, Cadice, Coimbra e il gruppo Micos. «La nostra intenzione – spiegano – è far conoscere il patrimonio culturale di Gela in Spagna e cercare di dare visibilità a queste meraviglie: la gente deve sapere che nel mondo esiste tutto ciò!», da qui l’idea di utilizzare lo strumento di un social media come Instagram per sfruttare al massimo le opportunità della rete. Ma è con i giovani gelesi che tutti i partecipanti all’International archeo camp vogliono dialogare per scambiarsi idee, opinioni e ambizioni e dare continuità al progetto. Incantanti dall’unicità delle Mura Timoleontee, vogliono rendere saldo il loro legame con il territorio, anche perché il percorso condotto in rete dalle università sul sito è pluriennale. «Vogliamo camminare insieme – dice Lourdes – ogni giorno siamo pronti ad incontrare la città».

A colpire, più di ogni altra cosa, è l’entusiasmo che traspare dalle parole e dagli sguardi di questi ragazzi. Un senso d’appartenenza forte, difficile da riscontrare in chi in questa città c’è nato. E poi l’obiettivo, anzi, la speranza. Che arriva dalle parole di Adexe e ha il sapore dolceamaro di una lezione tanto semplice quanto ancora disattesa: «Il futuro di Gela è il suo passato». Loro l’hanno capito subito.

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