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Gela, Aurora ed i suoi foulard che abbelliscono le donne in ospedale

Di Redazione |

GELA (CALTANISSETTA) – Medici ed infermieri scarseggiano mentre i malati oncologici crescono (a fronte di quasi 2000 accessi ambulatoriali nel 2018 quelli registrati fino a luglio 2019 sono già 1200): tante difficoltà per l’Oncologia medica del Vittorio Emanuele che riesce però a far parlare di sé per l’abnegazione del suo personale e per la forza e creatività dei suoi ex malati diventati volontari grazie alla Farc&C, l’associazione guidata da Angela Lo Bello.

La Federazione delle associazioni di volontariato oncologico cui la Farc è associata ha portato alla ribalta nazionale le storie di ex malate che operano al Vittorio Emanuele come volontarie. Un’attività assecondata dal dott. Roberto Valenza. Riflettori nazionali a breve per Maria Grazia Italiano autrice con il figlio di uno spot che sarà proiettato al Cinema Festival di Venezia e riflettori accesi tramite l’Ansa, sulla storia di Aurora Sola, ieri ammalata di linfoma non Hodgkin all’utero, oggi la ragazza dei foulard in Oncologia. «Ho imparato a realizzare acconciature con i foulard mentre facevo la chemioterapia – racconta Aurora – oggi insegno alle pazienti oncologiche come sceglierli e come indossarli, per aiutarle a prendersi cura della loro bellezza». Il dramma nella sua vita scoppia nel 2014. Aveva 41 anni e, alcuni esami le viene diagnosticata una neoplasia all’utero, non operabile e non lasciava speranze. «Ero incredula – racconta – e molto arrabbiata.Il mio pensiero correva alla mia famiglia, e soprattutto ai miei tre figli: non potevo accettarlo». Per un secondo parere, Aurora si rivolge quindi al Reparto di Oncologia dell’ospedale gelese. Dopo ulteriori esami, dal risultato della Pet emerge che sì, il tumore c’era ma poteva essere operata.

Dopo l’intervento la chemioterapia e la caduta dei capelli. È in questo periodo che Aurora incontra la Farc&C. «Durante la mia malattia non ho mai smesso di sentirmi femminile, mi sono sempre truccata, ma avevo escluso l’idea di indossare la parrucca: non mi dovevo nascondere davanti alla malattia.Quindi mi divertivo a inventare nuove acconciature. Per tutti, nel reparto, ero diventata la ragazza dei foulard: ne avevo tantissimi e molto colorati». Oggi Aurora è molto attiva nella squadra Farc&C. «Provo a spiegare alle pazienti in chemioterapia quanto sia importante non trascurare la cura della propria bellezza e non perdere mai la speranza».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA