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Gela: nella necropoli di via Di Bartolo scoperte altre due nuove tombe

Di Maria Concetta Goldini |

GELA (CALTANISSETTA) – Nella necropoli dei bambini di via Di Bartolo è affiorata la nona tomba e sono emerse tracce inequivocabili della presenza della decima: il soprintendente di Caltanissetta Daniela Vullo e il dirigente della sezione archeologica Carla Guzzone così come i vertici di Open fiber (l’azienda che sta finanziando lo scavo) non fanno in tempo a “metabolizzare” la notizia di un ritrovamento dentro la necropoli che subito ne arriva un’altra. Giorno dopo giorno, in uno spazio ristretto, la terra restituisce preziosi reperti dell’età dei primi coloni. 

La tomba nove, l’ultima portata alla luce dall’archeologo Gianluca Calà, si trova accanto al grande pithos funerario affiorato venerdì scorso e che ancora deve essere esplorato all’interno. 

E’ chiusa da due massi che fungono da sigillo. A pochi centimetri è venuta alla luce una trapeza, cioè una tavola che è da considerarsi come un altare per i riti funebri. A provarlo il fatto che vi erano poggiati due vasetti. Uno, più grande, che è stato subito incollato ha un corpo lenticolare e tracce di decorazioneche riportano all’ambiente rodio quindi ad una delle terre di provenienza dei coloni che fondarono la polis di Gela. L’altro, più piccolo e frammentato , è di produzione indigena con una tipologia simile ai manufatti ceramici di produzione locale ritrovati in città nella cosiddetta fornace di via Dalmazia. Sono i vasi funebri di marito e moglie? Lui un colono rodio, lei una donna del posto? 

Un’ipotesi suggestiva che dovrà trovare i giusti riscontri per essere avvalorata.

 A pochi centimetri dal piccolo tavolo su cui poggiavano i due vasetti vi sono tracce inequivocabili di bruciature. Questo conferma che sul posto si sono svolti i riti funebri secondo l’usanza rodio cretese.

Ora bisogna attendere l’esplorazione all’interno delle ultime tre tombe ritrovate in questi giorni, la 7, la 8 e la 9 e la conclusione dell’indagine su quella che sembra essere la decima tomba.

Si sa già che, grazie alla disponibilità di Open fibre, l’area dello scavo sarà a breve ampliata verso nord perché ci sono elementi per supporre che ci possano essere altre sepolture.

 La sensazionale scoperta di via Di Bartolo attira sul posto non solo tanti curiosi ma anche giovani studenti interessati a conoscere questa inedita pagina della storia della città subito dopo la sua fondazione avvenuta nel 688 a. C. ad opera, come detto, dei coloni rodio cretesi.

A visitare la necropoli sono stati gli alunni di una classe del Liceo classico “Eschilo”, scuola di cui è dirigente Maurizio Tedesco, accompagnati dalla docente di Latino e Greco Rita Salvo.

Nonostante il delicato momento dello scavo della tomba 9, l’archeologo Gianluca Calà ha spiegato agli studenti la storia della necropoli di via Di Bartolo, dalla prima traccia affiorata, all’approfondimento dell’indagine fino ad arrivare allo strato più basso quello del VII- VI sec. a. C. che ha restituito le anfore con i resti dei bambini, quelli degli animali usati per i sacrifici, il pithos lungo 1 metro e le ceramiche protocorinzie come corredi funerari.

 «Un momento piacevole di confronto con giovani studenti molto interessati allo scavo e preparati sulle tematiche del mondo greco. Hanno fatto tante domande»- ha commentato con soddisfazione l’archeologo Calà. Soddisfatti per la lezione dal vivo anche i liceali.

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