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In via Pindaro a Gela trovati due sarcofagi: la scoperta durante lo scavo di Open Fiber

Di Maria Concetta Goldini |

GELA (CALTANISSETTA) – Ancora scoperte archeologiche, ancora in occasione dei lavori di posa della rete idrica a cura di Open fiber che in città sta posando la fibra ottica. Stavolta non siamo in via di Bartolo al Borgo, nella famosa necropoli dei bambini che è databile all’ età dei primi coloni di Gela e quindi al VII secolo.La scoperta – effettuata dall’archeologa Leda Pace che fa parte del team di professionisti incaricati da Open fiber di seguire il cantiere- ci porta in una zona a ridosso dell’attuale cimitero monumentale che nella città greca era area di necropoli nell’età classica cioè nel V secolo a.C. Ieri come oggi un uso identico della zona.

La Soprintendenza di Caltanissetta diretta dall’arch. Daniela Vullo ha reso nota questa nuova scoperta che riguarda un’area«dove anche di recente, in occasione di altri lavori, sono affiorate sepolture similari. In via Pindaro nell’area di un pozzetto, approfondendo l’indagine archeologica, sono emersi due sarcofagi di terracotta di tipo comune molto danneggiati, cioè ridotti a pezzi, dai lavori che nel tempo sono stati effettuati in quella zona ed in particolare dalla posa della condotta fognaria.

Sono sarcofagi molto simili a quelli ritrovati nelle strade limitrofe e questo conferma l’uso della zona come area cimiteriale in età classica. All’interno dei sarcofagi sono stati trovate parti di scheletri tra cui arti inferiori e superiori, costole ma non i crani perché danneggiati in passato a seguito del passaggio della fognatura. I segni di ciò che accadde per la posa della condotta fognaria sono visibili. Non numerosi ma sufficienti a datare le tombe al V secolo a. C. i frammenti ceramici che l’archeologa Leda Pace ha recuperato.

«C’è una lekythos che si può ricomporre – dice il dirigente archeologico della Soprintendenza dott. Carla Guzzone – c’è un frammento a figure rosse in cui si intravedono una gamba ed un piede ed un frammento con palmette a vernice nera. Questa scoperta attesta che siamo in presenza di un ulteriore lembo della necropoli del V secolo a. C. che si estendeva fino alla via Pindaro. Ora nell’area indagata si stanno effettuando i rilievi topografici per posizionare le nuove scoperte nella carta archeologica della città in modo da averla sempre aggiornata».

A lavoro finito, asportati dal luogo i frammenti dei due sarcofagi, si provvederà a ricoprire l’area del pozzetto indagata. L’attenzione intanto resta sempre puntata sullo scavo di via Di Bartolo dove sta affiorando, come detto, la necropoli più antica una sezione della quale era dedicata ai bambini. Le dieci sepolture sono visibili, alcune devono essere aperte ma lo scavo a cura dell’archeologo Gianluca Calà si è fermato per una settimana. Pare che dovrebbe riprendere a breve e che l’area da sottoporre a scavo archeologico sarà estesa perché si ritiene che ci possano essere ancora altre tombe simili a quelle già emerse.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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