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Il lungo coma per l’influenza suina ed il sogno da realizzare di Gaetano

Di Gandolfo Maria Pepe |

CAMPOFRANCO (CALTANISSETTA). Un miracolo per i credenti, ma anche per quelli meno credenti dal momento che gli stessi medici non riescono a darsi alcune spiegazioni. Da possibile primo caso di Covid 19 in provincia di Caltanissetta, il 9 marzo scorso, all’influenza Ah1n1 diagnosticata il 10 marzo, quindi il trasferimento in elisoccorso dal Sant’Elia di Caltanissetta all’Ismett di Palermo, 26 giorni di coma, il risveglio, la riabilitazione e da mercoledì il trasferimento dalla Terapia intensiva al reparto.

E presto Gaetano Pera, trentanovenne di Campofranco, potrà tornare a casa e il prossimo 8 agosto coronare il suo sogno d’amore, sposando la fidanzata Natascia.

Una storia dal lieto fine, iniziata tragicamente quella sera del 9 marzo, quando si pensò al possibile primo caso di coronavirus a Campofranco. Giorni dolorosi e di speranza per Gaetano, Natascia, i genitori. Ben 43 giorni di vero inferno prima di rivedere la luce.

Gaetano comincia ad avere tosse, starnuti, e si pensa dovuti all’allergia. Quel lunedì di marzo si aggiunge pure la febbre, 37,5/38, ha l’affanno, non riesce più a respirare. La situazione si fa grave, siamo in pieno coronavirus, c’è tanta paura. È necessario il ricovero in ospedale e verso le 22 arriva l’ambulanza del 118 da Milena. Tre uomini tutti imbracati con occhiali protettivi, mascherine a forma di becco, coperti fino a sotto le scarpe con i guanti blu lo portano via, direzione Caltanissetta. Il rischio più che concreto che si tratti di Covid 19 c’è tutto, subito il primo tampone e alle 4 del mattino arriva l’esito negativo. C’è però una forte polmonite, Gaetano si aggrava e alle 18 del 10 marzo viene intubato ed è in coma. Alle 21 arriva l’esito del secondo tampone, ancora negativo al Covid 19, ma si tratta dell’influenza h1n1. La situazione è molto grave, Gaetano ha gli alveoli dilatati, l’unico trattamento possibile è la respirazione extra corporea con l’Ecmo. Viene deciso di trasferirlo all’Ismett di Palermo, dove è possibile far questo. Con l’elisoccorso Gaetano Pera viene trasferito a Palermo dove arriva alle 3 di notte, portato al secondo piano in Terapia intensiva. Viene subito praticato l’Ecmo, l’ultimo trattamento per i pazienti in fase terminale. L’Ecmo serve a prendere tempo, non lo guarirà, darà un po’ di tempo al polmone di riprendersi se si riprenderà. Sono ore, giorni terribili per la fidanzata Natascia ed i genitori di Gaetano, papà Girolamo, mamma Maria.

Dopo 26 giorni di coma Gaetano si risveglia il 6 aprile; l’11 aprile gli viene fatta fare la prima videochiamata per vedere i suoi cari. Mercoledì 22 aprile è stato trasferito dal reparto di Terapia intensiva a quello di Riabilitazione, gli ultimi esami rivelano che il polmone non ha subito danni. La stessa sera la video chiamata con il sindaco Rino Pitanza per informarlo che è uscito dalla Terapia intensiva e ringraziare tutta Campofranco per essergli stata vicino, con le preghiere, l’amicizia, l’affetto, mostrato a lui e alla sua famiglia.

 Adesso qualche altra settimana e, una volta completato il decorso ospedaliero, Gaetano potrà tornare a casa. Ha un matrimonio da preparare, l’8 agosto lui e la sua Natascia si sposeranno e coroneranno il loro sogno d’amore. “E’ stato un incubo – ci racconta Natascia – 43 terribili giorni che non dimenticherò, non dimenticheremo mai. Quel ciao amore di Gaetano stringendomi la mano prima di essere trasportato al Sant’Elia, dicendomi “non voglio morire, perché mi devo sposare con te”, tra l’affanno per il respiro che gli manca e quel suo battersi la mano sul cuore tre volte nella prima videochiamata dell’11 aprile, visto che non poteva ancora parlare. Un calvario, con tamponi, tac, prelievi, il coma, Gaetano intubato, il risveglio e il lento ritorno alla normalità verso un sogno da coronare, quello di sposarci. Non abbiamo, non vogliamo rinviare la data del nostro matrimonio, l’8 agosto. Dobbiamo fare ancora tante cose, ma riusciremo quel giorno a sposarci. Voglio ringraziare tutta Campofranco, tutti si sono stretti attorno a noi virtualmente, con chiamate, messaggi, affetto. Il sindaco Rino Pitanza che ci è stato molto vicino. Un grazie particolare ai due angeli custodi di Gaetano, che si sono occupati di lui nelle prime ore, i dottori Marcello Livrizzi e Rosa Maria Petix del Sant’Elia, sono stati straordinari, non hanno lasciato solo Gaetano nemmeno per un secondo. Questa brutta avventura ci ha insegnato ad avere veramente cura delle cose che più contano nella vita: amore, salute e rispetto”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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