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“Sistema Montante”, teste Cusumano: «Io vittima di un dossieraggio»

Di Redazione |

CALTANISSETTA – L’avvocato Giulio Cusumano era alla guida dell’Ast quando fu convocato da Raffaele Lombardo, allora presidente della Regione, che lo invitò a dimettersi. Proprio mentre si discuteva della fusione tra l’Ast e la Jonica Trasporti, infatti, Lombardo avrebbe ricevuto un dossier sulla vita privata di Cusumano che reputava “imbarazzante”. A raccontare quell’episodio lo stesso Giulio Cusumano, sentito come teste nell’udienza del processo sul cosiddetto «Sistema Montante» che si celebra a Caltanissetta con rito ordinario nei confronti di 17 imputati. Al centro le trame e l’attività di dossieraggio verso chi riteneva a lui nemico dell’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante giudicato separatamente in abbreviato e condannato a 14 anni per corruzione. “Personalmente mi opposi a quella fusione.

Così Lombardo mi convocò a Palazzo d’Orleans e mi disse che quella mattina aveva ricevuto un plico anonimo. – ha proseguito – Mi iniziò a fare delle domande sulla mia vita privata, se facevo festini, se mi drogavo. Parlando dell’Ast mi chiese di dimettermi quello stesso giorno perché io con la mia spregiudicatezza avevo messo in imbarazzo sia lui che mi aveva nominato che l’intero governo e che quel plico era conosciuto all’Ast. E’ uno scandalo, lo vedremo su tutti i giornali nazionali, mi ripeteva”. “Mi fece capire che lo sputtanamento sarebbe stato in tutto Italia, a livello nazionale. – ha spiegato il teste – Parlava tenendo il plico in mano e diceva oltre al fatto che ero gay, che c’erano anche delle cose che riguardavano la mia famiglia». Cusumano, rispondendo al pm Maurizio Bonaccorso ha anche raccontato di aver ricevuto delle pressioni interne messe in atto per scoraggiare il suo tentativo di «cambiare certi ingranaggi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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