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Protocollo d’intesa per l’adozione dei randagi

Di Luigi Scivoli |

Caltanissetta – «Intensificare l’attività di promozione per l’affidamento dei cani randagi ricoverati presso le strutture convenzionate al fine di ridurre il numero degli animali in esse ricoverate, e quindi le relative spese di mantenimento e ricovero, salvaguardando nel contempo il benessere dell’animale e migliorando il loro stato, affidandoli con adozione a persone che potranno averne, oltre che cura, anche affezione»: è ciò che il Comune si prefigge di ottenere con il protocollo d’intesa per la prevenzione del randagismo, per la promozione dell’adozione dei cani randagi ed il benessere degli animali d’affezione, già concordato con le associazioni animaliste e zoofile che hanno dichiarato la disponibilità «ad espletare attività di promozione di affidi e di adozioni dei cani randagi o riscattati da situazioni di maltrattamento e sofferenza, ricoverati presso le strutture convenzionate, nonché a svolgere ogni attività atta al loro recupero e inserimento secondo sani criteri zoofili al fine di realizzare adozioni durature e responsabili».

Le associazioni animaliste e zoofile si sono rese disponibili inoltre «per una concreta collaborazione mirata alla salvaguardia delle aree pubbliche, la tutela dell’incolumità pubblica e la prevenzione dell’abbandono degli animali di affezione». E’ previsto pure che effettueranno campagne periodiche di sensibilizzazione in materia di protezione animale, di divulgazione delle tematiche animaliste e di adozione dei randagi poco inclini alla vita di strada sia per condizioni precarie di salute sia perché sono cuccioli.

Soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo è stata espressa dall’assessore comunale Felice Dierna il quale ha comunicato di avere già acquisito per il protocollo d’intesa il parere favorevole della sesta Commissione consiliare comunale.

Per la realizzazione di quanto concordato, il Comune fornirà le risorse strumentali e sosterrà le iniziative da attuare per la sterilizzazione dei cani privati e l’anagrafe canina. «Ma – ha detto l’assessore Dierna – l’ente ha già pensato ad altre iniziative». Si pensa, infatti, di mettere a disposizione delle stesse associazioni animaliste e zoofile terreni di sua proprietà (possibilmente quelli che ha avuto assegnati con la confisca dei beni di mafia) per destinarli all’ospitalità dei cuccioli “che non sono randagi”, ha precisato Dierna evidenziando che in tal modo il Comune avrà un’economia di spesa (attualmente spende 450.000 euro l’anno per il ricovero e il mantenimento dei randagi in una struttura privata) perché li sottrarrà al canile dove paga la retta anche per i cuccioli.

L’assessore ha quindi annunciata la prossima riapertura dell’ambulatorio di contrada Buccheri (chiuso da due anni) per la sterilizzazione, con veterinari dell’Asp, non solo dei gatti, ma anche dei cani randagi, e la istituzione, nella nuova sede della polizia municipale, nell’ex scuola San Michele, di uno sportello per le emergenze per i cani e per la segnalazione di aggressioni da parte dei randagi che continuano a susseguirsi.

«Gli obiettivi principali da raggiungere al più presto – ha detto Dierna – sono la sterilizzazione e l’adozione dei cani randagi».

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