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I riti pasquali a Caltanissetta: “piramidi” di luce per ricreare antiche atmosfere

Di Walter Guttadauria |

CALTANISSETTA – Le “piramidi” di luce, le coperte stese alle ringhiere dei balconi, la pioggia di petali di rosa sulle processioni, il tutto a ricreare antiche scenografie in occasione degli appuntamenti devozionali della nostra settimana santa. Sono quei “Frammenti di Nissenità” che i Comitati dei quartieri Santa Croce e Provvidenza – San Giuseppe intendono recuperare quest’anno per riproporre le atmosfere del passato lungo le strade del centro storico attraversate dalle tradizionali processioni pasquali.

La maggiore novità è senz’altro costituita dalle “piramidi”, che si rifanno ai caratteristici apparati per l’illuminazione pubblica anticamente allestiti in città in occasione, appunto, di feste o visite illustri e consistenti in strutture piramidali che reggevano centinaia di lumini, poste ai lati delle strade o in piazza per rischiarare la scena dei cortei serali.

Quest’anno ne sono state costruite due dal ceto dei carpentieri e ferraioli, che esprime il capitano della Real Maestranza 2017 nella persona di Giuseppe Tumminelli. Sono state realizzate in ferro, ciascuna è alta tre metri e mezzo e larga due e mezzo, del peso di 300 chili, e ciascuna sosterrà ben 352 lumini. Saranno collocate una in via Re d’Italia e l’altra in via XX Settembre, a partire da domani sera e fino a venerdì.

A proposito di quelle usate nell’antichità, ecco come le descriveva un secolo fa lo storiografo locale Michele Alesso, particolarmente esperto in tradizioni popolari: «Caratteristiche, soprattutto, erano le macchinette cosi dette “piramiti” (piramidi) che si disponevamo in bell’ordine lungo la via del Collegio (oggi corso Umberto I), attorno alla piazza, e nella ringhiera di ferro che adorna il cornicione del prospetto della chiesa di S. Agata. Queste macchinette avevano la forma di un rettangolo alla base, terminante superiormente a mo’ d’un triangolo. Venivano costruite con tavole tagliate a strisce combinate simmetricamente, su cui si disponevamo in gran numero le lumiere, in modo da formare vari disegni».

All’epoca l’effetto scenico di quelle fiammelle così composte doveva risultare notevole, se tale illuminazione venne riservata, ad esempio, ai sovrani borbonici in visita nella nostra città nei primi decenni dell’Ottocento.

Con sentita partecipazione, il presidente del Comitato Santa Croce, Giacomo Tuccio, ringrazia quanti si sono impegnati su tali fronti devozionali: «Quest’anno tali eventi – dice – sono dedicati a Salvatore Di Graci, grande esempio di amore verso la nostra Settimana Santa, trasmessa con passione al figlio Renato, nostro coreografo nel curare e realizzare l’omaggio alla famiglia Biangardi, trascinatore instancabile ed esempio per la scenografia della via Re d’Italia per commemorare al meglio le processioni ricadenti nella Settimana Santa».

Proprio al civico 98 della via Re d’Italia (l’antica “Strata ‘e Santi”), ricordiamo, è infatti ubicata quella che fu l’abitazione di Francesco e Vincenzo Biangardi autori delle “vare” del Giovedì Santo, e che oggi ospita l’Associazione Girasole. Tuccio ringrazia inoltre la congregazione San Filippo Neri per la prevista pioggia di petali sulla “vara” dell’Urna, le famiglie del quartiere Santa Venera che esporranno coperte e tovaglie sui balconi durante le processioni, i sacerdoti Gaetano Canalella e Piero Riggi, parroci rispettivamente della Cattedrale e di Santa Croce, e tutti gli altri parroci adoperatisi per la raccolta della cera per le “piramidi”.

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