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Montante, arriva verdetto della Cassazione «Il processo resta a giudici Caltanissetta»

Mario Barresi

20 Febbraio 2019, 10:10

Antonello Montante

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CATANIA - I giudici hanno deciso ieri sera ma il verdetto si è conosciuto soltanto stamattina. Il processo ad Antonello Montante, accusato di essere il capo di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e allo “spionaggio”, continuerà ad essere celebrato davanti ai giudici di Caltanissetta. La sesta sezione penale della Cassazione ha infatti respinto la richiesta di rimessione per legittimo sospetto avanzata da difensore dell'ex presidente di Confindustria Sicilia: gli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto si erano rivolto alla Cassazione denunciando che nel procedimento a carico del loro assistito si stiano commettendo «una serie di anomalie». In attesa della decisione della Cassazione, il processo, che si svolge col rito abbreviato, era stato sospeso dal gup di Caltanissetta. Ora potrà riprendere con l’udienza già fissata per il 23 febbraio.

Ieri mattina si era tenuta l’udienza camerale della sesta sezione penale, durante la quale gli avvocati Taormina e Panepinto avevano ribadito le ragioni già messe nero su bianco nella richiesta. Ovvero: la tesi del «pregiudizio nutrito dai magistrati di Caltanissetta con cui ha condiviso per dieci anni il compimento di proficue attività antimafia e rapporti personali che non permettono serenità di giudizio». Taormina ha illustrato i contenuti di una memoria integrativa con le «parole d’elogio» pronunciate dai magistrati «a ogni inaugurazione dell’anno giudiziario», ma anche la «lettera di apprezzamento per l’impegno antimafia di Montante», scritta dall'ex giudice Giuseppe Barcellona prima del pensionamento. Agli atti anche le carte dell’inchiesta, archiviata in sede penale e al Csm, sui rapporti fra Montante e i magistrati amici. Panepinto ha aggiunto il riferimento ad altre «anomalie locali», parlando anche di fatti avvenuti a Caltanissetta dopo l’arresto del suo assistito.

Ma il procuratore generale in Cassazione, Roberto Aniello, nella sua requisitoria s’è fermamente opposto alla tesi della difesa: «Nessun condizionamento ambientale nel tribunale di Caltanissetta, che ha sempre dimostrato, con fatti e atti, serenità di giudizio e imparzialità». Del resto anche lo stesso procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone, s’era detto «tranquillo» dopo la richiesta di trasferimento del processo. Il pg di Cassazione ha chiesto il rigetto dell’istanza di remissione. L’Avvocatura dello Stato, unica parte civile presente in udienza (a rappresentare la Regione), s’è invece rimessa alla decisione della Corte, chiedendo l’ammissione di alcuni atti, fra i quali l’interrogatorio di Montante a Catania e alcuni documenti sul dossieraggio contro l’ex assessore regionale Nicolò Marino. In serata, poi, la decisione, resa nota appunto stamattina.