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In via Crociferi a Catania i luoghi "segreti" delle monache

29 Ottobre 2018, 14:38

In via Crociferi a Catania i luoghi "segreti" delle monache

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CATANIA - Il cielo coperto e la minaccia di pioggia non hanno dissuaso i tanti catanesi decisi ad esplorare “Le vie dei tesori” con i suoi monumenti poco conosciuti sebbene nel cuore della città, come la chiesa di San Giuliano in via dei Crociferi. A guidare i tanti cittadini e turisti il responsabile della gestione del monumento e alcuni volontari che hanno reso possibile un’impresa approntata in appena due settimane sotto la guida a distanza della onlus palermitana “Le vie dei tesori” che nel capoluogo siciliano è giunta alla dodicesima edizione.

Il tramite catanese è l’architetta Teresa Saitta che ha coinvolto le istituzioni culturali cittadine ricevendo l’adesione di una cinquantina di studenti dei corsi di Beni culturali e di Scienze della formazione, di 10 ragazzi del liceo classico Concetto Marchesi di Mascalucia, nell'ambito dell’alternanza scuola-lavoro, e di 12 tirocinanti del dipartimento di Scienze umanistiche. Insieme hanno fatto un piccolo miracolo che, in due settimane, ha registrato ben 8.600 ingressi e a fronte di un esborso quasi simbolico come piccolo contributo ai volontari. È previsto, infatti - dietro prenotazione on line o alle biglietterie di piazza Duomo e piazza Stesicoro - un coupon di 10 euro per l’ingresso in altrettanti siti, 1 euro per monumento, dunque, o 5 euro per 4 siti; 2 euro per ingressi singoli e 3 se con guida. E se si registra qualche disfunzione - la Manifattura Tabacchi e l’Istituto di incremento ippico aperti dalle 9 mentre le biglietterie aprono alle 10 - la dott. Saitta spiega che «è l’ente gestore che decide i propri orari, e che nelle prossime edizioni si farà meglio. Intanto siamo contenti di essere riusciti a fare tantissimo in pochi giorni».

La chiesa di San Giuliano - a pianta ottagonale allungata - colpisce per la sua severa bellezza, per le pareti candide su cui si riflette la luce dalle grandi finestre aperte su ognuna delle pareti. Ed era proprio questo l’effetto voluto dal suo ideatore, l’architetto Giuseppe Palazzotto, che la progettò nel 1739. La chiesa, che in origine si trovava alla Civita dove oggi sorge la chiesa di San Gaetano alla Marina, crollò con il terremoto del 1693. Fu riedificata nello stesso posto, ma poi le monache di clausura benedettine - tutte provenienti da nobili famiglie siciliane, spesso monacate per forza per non smembrare il patrimonio del casato - vollero cambiare sito per non rimanere marginalizzate dal nuovo asse principale cittadino: via dei Crociferi, appunto, da cui, occultate dalle gelosie, potevano vedere passare la processione di Sant’Agata.

Nella chiesa, bianca con le modanature dorate, campeggia un Crocifisso ligneo del tardo periodo bizantino, un Cristo morente, e, al centro del soffitto, un grande affresco di Giuseppe Rapisarda che mostra San Berillo (terzo compatrono di Catania insieme a Sant'Agata e a Sant'Euplio) mentre riceve da San Pietro il compito di fondare la Chiesa catanese. Un interno che si apprezza in tutta la sua bellezza anche dalla cantoria, disposta su due livelli, da dove, un tempo, le monache accompagnavano le funzioni con il canto. Qui colpiscono dei piccoli armadietti, dotati di serratura, dove le monache - con gesto che rivela un forte senso della proprietà privata e del privilegio - chiudevano a chiave il proprio libro del canto e delle preghiere e il rosario, oggetti realizzati in materiale pregiato, segno distintivo dello status sociale della famiglia di provenienza. E non è un caso che Franco Zeffirelli abbia scelto questa chiesa per girare alcune scene del suo film “Storia di una capinera”. Le ultime monache lasciarono questo sito nel 1901 per trasferirsi nel vicino convento di San Benedetto.

Dalla cantoria si accede ad una grande terrazza, realizzata negli anni Sessanta dai padri comboniani del Pime che hanno stravolto, nel silenzio della sovrintendenza, il precedente tetto a spiovente ricoperto da tegole e demolito il piccolo campanile che ospitava le cinque campane della chiesa, ora ospitate nella cupola loggiata a forma ottagonale. Da questo camminamento, come dalla terrazza, si possono ammirare i monumenti e le chiese del centro storico di Catania, a partire dal chiostro del convento di San Giuliano, ora cortile della Cgil. Seguono, in un percorso a 360 gradi, gli edifici del rettorato e dell’Università, le cupole della Cattedrale e della Badia, le chiese della Collegiata e di San Francesco all'Immacolata dietro la quale, a distanza, si erge la sagoma del castello Ursino. E ancora la magnifica via dei Crociferi vista dall’alto con le chiese di San Benedetto, San Francesco Borgia e il convento dei Gesuiti. Sullo sfondo dell’arco delle benedettine. Da questo livello è possibile vedere come la facciata della chiesa di San Giuliano, per accelerare i tempi di costruzione, sia stata realizzata dopo, e collegata al corpo centrale da un tetto a doppio spiovente. E ancora la cupola di San Nicolò all'Arena, il convento dei padri Camilliani ai Crociferi, futura sede del museo di città e del museo egizio, la chiesa di San Michele ai Minoriti, la facciata di palazzo del Toscano, le grandi palme del giardino pensile di palazzo Manganelli, e, in lontananza, il cupolino ottagonale di Santa Maria dell’Ogninella e il retro del maestoso volume del Teatro Bellini.

Un camminamento - aperto ogni giovedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 13 - che, dall'alto, ci regala l’inedita e splendida vista di una Catania senza auto. Si replica il prossimo fine settimana.

FOTO DI ORIETTA SCARDINO