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Pulvirenti torna a parlare: «Io vittima di una truffa»

Di Francesca Aglieri |

Dopo due anni Nino Pulvirenti, l’ex presidente del Catania Calcio, rompe il silenzio incontrando la stampa nella sala conferenze di Torre del Grifo, quartiere generale della società rossazzurra. Siede accanto a Pietro Lo Monaco, attuale direttore generale del club etneo.

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Nino Pulvirenti e Pietro Lo Monaco, insieme dopo anni, litigi, accuse pesanti e scuse, più o meno fatte. E’ proprio Lo Monaco ad aprire la conferenza stampa, chiedendo ai giornalisti di evitare domande sulle questioni giudiziarie. Ma poi a parlare (anche e soprattutto) delle vicende giudiziarie è Pulvirenti: “Se qualcuno mi avesse detto, due anni fa, di trovarmi qui con il direttore a parlare di Catania, gli avrei dato del pazzo. Ma sentivo il bisogno di chiarire. Sono stato sempre zitto ma oggi voglio parlare perché è andato a buon fine il piano di ristrutturazione societario. Oggi tutto quello programmato in due anni è stato fatto, grazie anche al presidente Davide Franco, agli avvocati e ai dirigenti. Il gruppo ha ristrutturato il debito e può pensare al rilancio del Catania e delle altre società. Abbiamo pagato il concordato Wind Jet, manca solo una rata che tocca a me e scade nel 2018”.

Quindi un accenno al futuro: “spero un giorno di poter tornare a fare il presidente del Catania, se le mie questioni giudiziarie me lo consentiranno. Ho sempre avuto la volontà di riscattarmi e ho usato le mie risorse all’estero per iscrivere il Catania al campionato. La squadra deve andare in Serie B e poi provare a ritornare in alto. Solo in quel momento potrò dire, in parte, di essermi riscattato anche se il mio errore rimarrà per sempre”.

E a chi gli chiede quando tornerà allo stadio, Pulvirenti risponde: “Provo disagio ad andarci, nonostante mi abbiano tolto il Daspo. Ho disagio perchè so di aver fatto male a molte persone”.

Pulvirenti parla anche del vecchio staff: “Pablo Cosentino – ammette – è stato il mio più grande errore. Ancora oggi non riesco a darmi pace di aver fatto una scelta scellerata nominando una persona totalmente inesperta per gestire la società. Ho fatto tutto il contrario di ciò che avevo sempre fatto, in quel caso ho toppato in maniera totale. Se non ci fossero stati ‘I treni del gol’ Cosentino sarebbe rimasto amministratore delegato, quella vicenda ha chiuso un capitolo”.

Poi Pulvirenti dà la sua versione sulla sua vicenda giudiziaria che lo ha riguardato: “Ho sempre avuto dei dubbi su come siano andate realmente le cose. Abbiamo la certezza che sia trattato di una truffa nei miei confronti. Resta comunque il fatto che moralmente io sia responsabile”. E conferma che il Catania è stato realmente messo in vendita: però “nessuno ha offerto 1 euro. Se fosse arrivata la persona giusta avremmo fatto l’operazione e invece siamo ancora qui”.

Inevitabile, poi, qualche parola in più sul ritorno di Lo Monaco: “Dopo i Treni del gol sono stati azzerati i vertici del Catania, la società è stata affidata a Bonanno. Per la questione Wind Jet ho avuto altri problemi, ma mi rendevo conto che le cose non andavano bene nonostante il pesante investimento economico. Non sempre basta. Un giorno il mio avvocato mi disse che c’era la possibilità di incontrare Lo Monaco, ma dovevo chiedere l’autorizzazione al giudice. Così è stato: del passato abbiamo parlato cinque minuti, è come se il tempo fra me e lui si fosse fermato a quattro anni fa. Tutto superato. Sarà stato il destino, ma ci siamo incontrati nel giorno in cui il Catania ha ottenuto la promozione in Serie A. Da lì è partita questa nuova storia: oggi grazie al lavoro di Lo Monaco e alle risorse che il gruppo ha messo in campo siamo tornati”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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