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Catania, malore nella piscina della palestra “Virgin”: muore ingegnere russo

Di Vittorio Romano |

Un ragazzo di 25 anni, Alexander Sizemov, ingegnere informatico di origini russe, residente a Chivasso, in Piemonte, e domiciliato a Sant’Agata li Battiati, stava nuotando in piscina e, nella corsia accanto alla sua, si stava allenando la sua ragazza. All’improvviso ha accusato un malore e ha perso i sensi. Se n’è accorto subito il personale che l’ha immediatamente tirato fuori dalla vasca per soccorrerlo. Nell’attesa che sul posto arrivasse il 118, subito allertato, un medico presente nel club ha utilizzato il defibrillatore, di cui è dotata la struttura, per cercare di salvare la vita al 25enne. Ma non c’è stato nulla da fare e il personale del 118, appena giunto, ha solo potuto constatare il decesso. La fidanzata, sotto choc, è stata accompagnata in ospedale per le cure del caso.

Nel club, che ha dovuto abbassare le saracinesche anzitempo, sono arrivati, com’è prassi in casi del genere, i carabinieri della stazione di Ognina, il medico legale e il magistrato di turno. Due le ipotesi avanzate dal medico dopo un primo esame del corpo: la morte sarebbe sopraggiunta per un attacco cardiaco o per un’embolia. In bocca Alexander aveva tracce di sangue. La salma è stata trasportata nella camera mortuaria dell’ospedale Cannizzaro a disposizione del magistrato, che deciderà a breve se dovrà essere effettuata l’autopsia o un’ispezione cadaverica.

L’articolo 5 delle “Condizioni generali di abbonamento” ai club Virgin Active Italia recita che “il cliente deve produrre, all’atto dell’iscrizione… nonché in occasione di ogni scadenza annuale del certificato medico, certificazione medica attestante la sua idoneità all’esercizio dell’attività ludico-motoria. In caso di mancata consegna e/o rinnovo del certificato medico, Virgin si riserva il diritto di non consentire al cliente l’accesso al club per tutto il periodo in cui perdura tale inadempimento. La partecipazione del cliente a tutte le attività o trattamenti disponibili presso il club deve, in ogni caso, avvenire nel rispetto delle comuni regole di prudenza e di quanto prescritto nella relativa certificazione medica e, pertanto, il cliente dovrà astenersi dallo svolgimento di attività vietate o, comunque, sconsigliate da tale certificazione e/o inopportune in base alle circostanze concrete. Virgin non sarà responsabile per eventuali conseguenze pregiudizievoli derivanti dal mancato rispetto da parte del cliente di eventuali prescrizioni mediche e, in genere, delle regole generali di prudenza”.

Ma a questo punto, e a maggior ragione trattandosi di un ragazzo di soli 25 anni, ci sono alcuni interrogativi che sorgono spontanei: i certificati che, in buona fede, il medico di famiglia rilascia ai pazienti che li richiedono a fini sportivi, sono sufficienti a scongiurare rischi? Sono tutti prescritti dopo una visita accurata? Non sarebbe il caso, per certe discipline, di rendere obbligatoria una visita specialistica cardiologica più approfondita, magari accompagnata da una prova da sforzo?

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