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“Patto per Catania”, «Scuole, il 50% sarà anticendio entro l’anno»

Di Cesare La Marca |

«Siamo all’85% dei lavori, che entro l’anno verranno ultimati garantendo la sicurezza antincendio e strutturale nei 17 istituti», spiega l’ingegnere Fabio Finocchiaro, responsabile delle opere del “Patto” e direttore delle Manutenzioni del Comune. «Noi col Patto per Catania abbiamo avuto finanziati per le scuole 12 milioni, di cui 2,5 circa spesi con interventi già eseguiti, cinque li stiamo spendendo per i lavori di messa a norma antincendio di queste 17 scuole, che sono ormai tutti in fase molto avanzata e che completeremo entro l’anno. Poi abbiamo altri cinque milioni di euro – aggiunge il responsabile del “Patto per Catania – che ancora dobbiamo mandare in gara sempre per la sicurezza antincendio delle scuole comunali, che poi riguarda anche strutture e impianti ed è obbligatoria in base a una specifica norma. Alla fine avremo una trentina di scuole adeguate, che oltre a quelle di prima rappresentano più del cinquanta per cento del patrimonio edilizio scolastico».

Questo è già un risultato nella prospettiva di adeguare un centinaio di scuole comunali, la questione invece è più complessa per la prevenzione antisismica.

«Sul rischio sismico stiamo intervenendo con altri canali, ovvero l’accesso ai fondi resi disponinili dal Miur, e anche con il Po Fesr, il Piano operativo regionale, che riguardano innanzitutto le verifiche di vulnerabilità sismica previste dalla ordinanza del Consiglio dei Ministri del 2003, e sono necessarie per capire come intervenire».

Queste verifiche di vulnerabilità a che punto sono?

«Ne sono state fatte un paio con nostre risorse, questo anche per il fatto che sono molto costose, per esempio per un edificio medio incidono per circa 25mila euro solo per lo studio che certifica gli interventi necessari, e questa è una difficoltà se consideriamo un numero di un centinaio di istituti, quale quello del nostro patrimonio edilizio scolastico. Con i nuovi bandi in questione dunque puntiamo a ottenere i fondi per effettuare queste verifiche – rileva l’ing. Finocchiaro – perché solo dopo aver eseguito le prove di vulnerabilità possiamo accedere ai finanziamenti per i lavori di messa in sicurezza antisismica, che viceversa restano inutilizzabili. Ora lo Stato si è reso conto che per i Comuni era impossibile sostenere l’onere delle verifiche di vulnerabilità, al di là di un paio di interventi come nel nostro caso».

In quante scuole comunali dovrà essere effettuata la verifica di vulnerabilità per procedere poi alla messa in sicurezza dal rischio sismico?

«Dobbiamo escludere le scuole costruite dopo l’entrata in vigore delle legge antisismica del 1984, e dunque le prove dovranno riguardare una settantina di scuole elementari e medie, con una spesa complessiva solo per le verifiche di oltre due milioni, mentre il successivo adeguamento antisismico per strutture di questa categoria incide in media, a secondo delle problematiche riscontrate, dagli 800mila ai 2 milioni, numeri proibitivi per qualsiasi Comune».

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