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Catania, sequestrati beni per 5 milioni ai “signori della droga” di Picanello

Di Redazione |

La Dia di Catania ha sequestrato beni per un valore di circa 5 milio di euro ai fratelli Angelo, Antonino e Rocco Morabito. Si tratta di tre decreti disposti dal Tribunale di Catania. I sigilli sono stati apposti a beni mobili, immobili e aziende, a vario titolo, riconducibili ai tre fratelli.

Già nel 2015 la Dia di Catania aveva sequestrato il patrimonio di Roberto Morabito, altro fratello, condannato in via definitiva per tentato omicidio e per una serie di rapine commesse tra Catania ed alcune città della Toscana, nonchè per estorsione, usura e installazione di apparecchiature atte ad intercettare ed impedire conversazioni telegrafiche e telefoniche. Roberto Morabito, sorvegliato speciale è anche ritenuto contiguo al pericoloso clan mafioso dei Santapaola, in particolare al gruppo di Picanello. Il suo patrimonio è stato poi confiscato definitivamente nel 2016.

I fratelli Morabito, come spiegano gli investigatori della Dia, annoverano, a vario titolo, numerose condanne in primo e secondo grado per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, violazioni alla normativa in materia di armi, rapine e ricettazione, e in passato erano stati già destinatari di Misure di Prevenzione della Sorveglianza Speciale.

Anche Angelo, Antonino e Rocco, sono ritenuti appartenenti al clan Santapaola Ercolano attivo nel quartiere Picanello di Catania.

La Dia ha spiegato che vi sono mumerose operazioni di polizia che hanno ampiamente dimostrato la contiguità del gruppo Morabito con il clan Santapaola Ercolano.

I Morabito secondo gli investigatori aveva il monopolio della piazza di spaccio di sostanza di stupefacenti nel quartiere Picanello e insieme ai Nizza sono ritenuti i signori della droga del Catanese.

Alle indagini hanno anche contribuito le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Cristaudo, cognato di Angelo Morabito (che ha sposato la sorella Maria Rita Cristaudo), che ha fornito la mappa dei beni riconducibili ai Morabito. Fra i beni sequestrati c’è anche il Motopesca denominato “Fortunata”, già sequestrato nel maggio del 2013 nel corso di un’operazione di polizia giudiziaria nel Canale d’Otranto, finalizzata a contrastare il traffico di sostanze stupefacenti tra Balcani e le organizzazioni mafiose pugliesi e siciliane. Durante la perquisizione dell’imbarcazione gli investigatori trovarono 731 chili di marijuana imballata in buste di plastica. E a riprova del del pieno coinvolgimento della famiglia Morabito nel mercato del traffico di stupefacenti, Angelo Morabito era stato anche arrestato dalla Squadra Mobile di Catania nel novembre dell’anno scorso quando durante una perquisizione in un residence di Mascali, a bordo di un camion e di un autocarro, fu trovato un carico con una tonnellata di marijuana proveniente dall’Albania.

Il provvedimento di sequestro riguarda 9 fabbricati, di cui uno adibito a stalla con annesso terreno (sette a Picanello e due a Mascali), una tabaccheria e una sala giochi, una società che svolge attività di pesca, compreso il motopeschereccio “Fortunata”,, ormeggiato nel porto di Ognina di Catania, numerosi conte correnti bancari e postali.

(qui sotto l’intervista al capo della Dia Renato Panvino)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA