Catania, 700 milioni di euro per le nuove fognature: lavori partono nel 2023
Dopo circa 40 anni di attesa «adesso si può fare e non abbiamo alcuna intenzione di perdere ulteriore tempo»: parliamo del completamento della fognatura cittadina integrata con i Comuni limitrofi, alla quale si aggiunge l’ampliamento della linea alla zona industriale e del depuratore con due linee separate - per i reflui urbani fino ad una potenzialità di 560.000 abitanti equivalenti e l’ammodernamento della linea industriale - oltre all’efficientamento energetico dell’impianto di depurazione stesso, ma anche il risanamento dei collettori esistenti e il ricorso a un collettore “in pressione” a nord della circonvallazione, con sistema di pompaggio e filtraggio, anche della sabbia lavica, a monte.
Sono stati necessari sia il monitoraggio della rete esistente, ma anche indagini geognostiche (analisi del suolo in profondità), sismiche, geofisiche e archeologiche, che in alcuni casi hanno portato al ritrovamento di reperti.
Ad illustrare lo stato dell’arte, e «solo oggi, perché ormai i tempi sono certi», sono il commissario straordinario del Comune, Federico Portoghese, e il Rup (responsabile unico del procedimento), Biagio Bisignani, che, nominato nel maggio 2020, da allora ha lavorato in stretta sinergia con il commissario unico per la depurazione, Maurizio Giugni, e il sub commissario, Riccardo Costanza.
Quattro lotti hanno già superato la fase della Conferenza di servizi, nel giro di qualche mese si avrà l’approvazione di tre lotti e subito dopo l’indizione della gara d’appalto, in particolare per i lotti n. 3 - rete mista zona centro sud Catania, n. 5 - rete nera zona nord est che include Catania, Aci Castello e San Gregorio, e n. 6 – rete nera zona nord, Catania, San Giovanni La Punta, Sant’Agata Li Battiati, Tremestieri Etneo e Gravina di Catania.
Gli altri lotti, che man mano seguiranno, sono il lotto funzionale 0, che interessa vecchio allacciante (a servizio del centro storico e l’area est della città) e nuovo allacciante (a servizio dell’area nord ovest e delle nuove zone di espansione), il lotto n. 1 che riguarda la rete mista e nera della zona costiera (Catania, Aci Castello, Aci Catena, Acireale e frazione di Capomulini), il lotto n. 2 per la rete mista della zona centrale del capoluogo e il lotto n. 4 per le reti nere della zona ovest e sud ovest della città. La rete fognaria di San Giovanni Galermo afferirà al depuratore d Misterbianco. Allo stesso tempo si lavorerà sull’impianto di depurazione di Pantano d'Arci, alla zona industriale.
Le ultime “notizie” davano il progetto esecutivo pronto ad andare a gara nel 2016-17, perché si è impiegato più tempo?
«Quello era un progetto farlocco – risponde senza mezzi termini Bisignani - realizzato senza i minimi criteri di sicurezza in alcuni punti cruciali in cui si intendeva far passare la rete. Pensiamo che avevano previsto un passaggio sotto la pista dell’aeroporto, fantascienza. Da delinquenti. Forse non ricordano la strage di Capaci, avrebbero annullato tutti i sistemi di sicurezza. E il colmo è che dovremo pagare centinaia di migliaia di euro a chi quel progetto lo ha realizzato».
«Noi – prosegue il rup - con apposito tavolo tecnico avviato dal prefetto Librizzi insieme al Ministero dell’Interno e Provveditorato opere pubbliche abbiamo previsto una variante in corso d’opera adattando il vecchio progetto in maniera veloce e previsto che – e questa è una notizia – la Cittadella della Polizia che verrà fatta a Librino manterrà lì il suo sito. La variante della condotta che la bypasserà si trasforma da “in pendenza”, come era prevista, a “in pressione” e permetterà a vecchio e nuovo allacciante di ricondursi in un unico allacciante con un sistema di pompaggio a monte e filtraggio anche della sabbia lavica».
Come spiega l’aumento dei costi del progetto complessivo?
«È vero, i costi aumentano perché stiamo facendo questa nuova condotta, che nella parte finale diventa “premente”. È sì più costosa, ma nell’economia generale diventa più economica. Inoltre abbiamo dovuto rifare tutti i rilievi della rete, e lo abbiamo fatto utilizzando strumentazioni di ultimissima generazione, credo che poche Direzioni in Italia possano dire di usarle. Si tratta di una tecnologia innovativa che si sta utilizzando negli ultimi anni per la costruzione tridimensionale di gallerie stradali, ferroviarie e anche idrauliche, fondamentale per la verifica dello stato di fatto e eventuale nuova base per la programmazione di interventi manutentivi ordinari e straordinari. In particolare abbiamo ricostruito tutta la rete in 3D tramite un laser scanner, che crea una nuvola di punti, una specie di Tac del sottosuolo che ci ha consentito di velocizzare il rilievo, rendendolo meno invasivo rispetto allo scavo e consentendo di definire i tratti da utilizzare, riqualificare o sostituire».
Qual è lo “stato di salute” delle nostre attuali fognature?
«Abbiamo ispezionato le condotte esistenti, ma avviato anche indagini video ispettive per indagare sulla contezza dello stato di fatto dei collettori esistenti di medie e grandi dimensioni, sono stati riscontrati diversi tratti di condotta in PEAD, polietilene ad alta densità, con vistose ovalizzazioni. Dalla sua realizzazione negli anni 80 il nuovo allacciante, lungo 12.741 metri, non è mai entrato in funzione, tranne alcuni tratti come collegamenti provvisori delle reti fognarie, e non è mai stata manutenuta.
Abbiamo inoltre avuto la conferma di come nel 2001, quando venne dichiarata lo stato di emergenza per la caduta di cenere lavica, invece di portarla a discarica veniva impunemente scaricata nel tombino della fognatura, neanche, dico, nei tombini delle acque bianche. Il risultato è che con i saponi contenuti nelle acque nere la cenere è cementificata, e ha creato ostacoli al percorso. Difficili da rimuovere».
Ultima annotazione: ricordiamo che era previsto anche un progetto di riutilizzo di parte delle acque depurate per scopi agricoli, forse appena avremo il depuratore con linee separate, urbana e industriale, potremo davvero riparlarne.