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Villa Bellini, ambientalisti all’attacco: «No all’uso del legante chimico per il piazzale»

Di Redazione |

L’annunciato bando della gara d’appalto per 370mila euro con i quali il Comune vuole riqualificazione il piazzale delle carrozze di Villa Bellini “ripavimentandolo con materiali di ultima generazione che possano consentire di utilizzare la superficie per ospitare eventi e manifestazioni anche in caso di pioggia” ha fatto andare su tutte le furie le Associazioni “Lipu (Lega per la Protezione degli Uccelli), “Italia Nostra” e Associazione Idrotecnica Italiana.

In una nota congiunta si oppongono al progetto secondo il quale la pavimentazione è prevista «con un misto granulometrico “cementato” da un legante chimico (emulsione polimerica acquosa di acetato vinilico), allo scopo di ottenere una pavimentazione carrabile ed “antipolvere”, e chiedono al Comune di utilizzare un «misto granulometrico stabilizzato esistente (che è già carrabile) o di realizzare una nuova pavimentazione, sempre in misto granulometrico stabilizzato». In particolare le associazioni fanno osservare che – come risulta anche dalla documentazione tecnica redatta dalla stessa ditta produttrice del legante indicato nel progetto – «la pavimentazione realizzata con un legante non è affatto permeabile, ma renderebbe il piazzale impermeabile, aggravando il ristagno delle acque sulle piazzale, e producendo quindi un risultato opposto a quello cercato».

Soprattutto, le Associazioni osservano che «l’impermeabilizzazione è assolutamente inopportuna nella città di Catania, soggetta ad allagamenti anche in occasione di piogge non particolarmente intense. Ancora, la trasformazione progettata viola le norme che lo stesso Comune ha inserito nel Regolamento Edilizio allo scopo di evitare l’incremento dei deflussi meteorici, e sarebbe ben strano che il Comune violasse le regole che si è dato e che chiede a tutti i cittadini di rispettare. Il progetto non rispetta le norme specifiche sulle aree pavimentate all’interno delle sistemazioni a verde (art. 110), oltre che quelle di validità generale su tutte le trasformazioni del territorio (art. 79: permeabilità dei suoli e art. 80: invarianza idraulica). Inoltre, non sono rispettati i “criteri ambientali minimi (Cam)” cui si devono conformare i progetti delle opere pubbliche (art. 34 del codice degli appalti)».

«Il progetto – rilevano le Associazioni – prevede la trasformazione di un’area (di forma ellittica, al centro del piazzale), a prato artificiale e la realizzazione di una pavimentazione carrabile nel resto del piazzale. Sul progetto sono già state formulate prescrizioni dalla Soprintendenza: dovrà essere eliminato il prato artificiale perché estraneo all’aspetto storicizzato del piazzale, la nuova pavimentazione dovrà avere un “aspetto naturale” e dovrà comunque essere sottoposta ad una nuova valutazione preventiva della Soprintendenza, l’Amministrazione resta onerata a verificare l’ammissibilità dell’intervento rispetto alle norme di trasformazione urbanistica del territorio».

Di contro, le associazioni propongono soluzioni alternative. «Per evitare il ristagno delle acque, per esempio, di inserire altre caditoie (il progetto mantiene le 9 attuali) e di infittire la rete dei fognoli. Per evitare la polvere propongono di eliminare il sottile strato di sabbia fine steso alcuni anni fa e ripristinare il più pesante misto granulometrico lavico».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA