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Catania, nuovo ospedale San Marco: c’è l’ok per le assunzioni

Di Giuseppe Bonaccorsi |

In termini concreti quanto disposto in delibera cosa significa?

«Significa che a pieno titolo vanno previsti gli oltre 400 posti letto che sono quelli dei reparti che si trasferiranno a Librino».

Assessore il nodo principale resta quello dell’organico per consentire soprattutto l’apertura del nuovo Pronto soccorso, visto che il personale del Pronto soccorso dell’Ove è destinato a finire al Policlinico. Su questo delicato punto che genere di soluzione avete trovato?

«Abbiamo avuto una fitta corrispondenza con l’azienda sanitaria di riferimento e anche una triangolazione col ministero della Salute, al termine della quale proprio oggi (ieri, ndr.) il direttore generale dell’assessorato ha risposto alla direzione del Policlinico indicando il percorso da seguire, in via straordinaria, per procedere alle assunzioni necessarie per il Pronto soccorso del S. Marco. Il percorso individuato riguarda l’adeguamento della Pianta organica e a questo punto si può cominciare a lavorare, ma soltanto per coprire i posti del reparto di emergenza. In definitiva va detto con chiarezza che il San Marco aprirà con il personale per il Pronto soccorso. Devo dire che l’azienda Policlinico ha fatto un buon lavoro e ha trovato nell’assessorato un interlocutore che ha indicato il percorso da seguire».

L’assessore sui tempi di apertura dell’ospedale, però, non si è sbilanciato: «Noi abbiamo un orizzonte temporale da rispettare – ha chiarito Razza – che è quello del 31 dicembre 2018. Se l’ospedale non dovesse essere operativo e funzionante entro quella data si perderebbero 120 milioni di euro. E questo, ovviamente non possiamo permettercelo…».

Nell’ultima conferenza dei Servizi in Prefettura, alla presenza del direttore Cantaro, del sindaco Bianco e del commissario Tecnis, Ruperto, vennero fissate le date orientative dell’apertura. In un comunicato congiunto, si sostenne che già poche settimane dopo la consegna dell’ospedale (orientativamente a marzo-aprile) sarebbero scattati i primi trasferimenti di reparti, cominciando in blocco dal dipartimento materno infantile del S. Bambino compreso il pronto soccorso ginecologico, oltre a quello pediatrico. Ora la notizia che arriva direttamente dal responsabile dell’assessorato regionale alla Salute chiarisce uno dei punti cardine di tutta la complessa operazione che riguarda il Pronto soccorso del nuovo ospedale di Librino sgombrando il campo dai giusti timori manifestati in questi ultimi mesi da associazioni e rappresentanti di Librino. A questo punto resta da prendere in esame e pianificare la programmazione generale che porterà alla conseguente chiusura del Vittorio Emanuele e all’apertura anche del Pronto soccorso del Policlinico, già materialmente pronto e dotato di apparecchiature all’avanguardia (oltre che di un angiografo, di due tac, due sale ortopediche e due Obi, una delle quali per i malati altamente infettivi). Su questa complessa operazione l’assessore Razza si è mantenuto cauto: «Non possiamo eludere dal contesto generale la questione del pronto soccorso del vecchio Vittorio Emanuele – ha detto -. L’apertura del reparto di emergenza del Policlinico deve quindi andare di pari passo, se non altro come periodo, all’apertura del Pronto soccorso del S. Marco e deve trovare un cuscinetto nel Pronto soccorso del vecchio Garibaldi che ha aumentato i posti letto dell’Osservazione intensiva. Tutto va attentamente programmato perché rischiamo una emergenza in città che non ci possiamo permettere».

Fin qui il punto sui nuovi assetti sanitari della città che riguardano anche la nuova palazzina di Pronto soccorso del Garibaldi, che sorgerà in un secondo tempo, al posto dell’ex edificio delle Malattie infettive (ingresso da via Fabio Filzi). Dalle ultime notizie che arrivano da ambienti sanitari dell’Arnas si apprende che la Tecnis ha presentato ricorso avverso alla decisione della direzione generale di far scorrere la graduatoria per – a quanto trapela – presunti ritardi dell’azienda nella presentazione degli elaborati del progetto di massima. Quindi l’avvio delle ultime procedure per arrivare all’apertura del cantiere di questa opera sanitaria strategica per il centro storico (che accrescerà ulteriormente l’offerta sanitaria oltre a quella già operativa con la nuova Obi del vecchio Pronto soccorso) è al momento bloccato.

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