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Attacchi a parcometri Sostare, «Esplosivo avrebbe potuto mietere vittime»

Di Vittorio Romano |

Catania – «Il massiccio attacco sferrato contro i parcometri di Sostare, nelle notti tra il 23 dicembre e il 9 gennaio, che ha prodotto la distruzione di 18 colonnine, non è un “semplice” atto vandalico ai danni della nostra azienda, ma una vera e propria sfida alle Istituzioni e a chi ha il diritto e il dovere di difenderle». L’ha detto il presidente della partecipata, Luca Blasi, a seguito dei gravi attentati seriali avvenuti in diversi punti della città.

Le modalità e l’impiego dell’esplosivo utilizzato (potente, tanto da scardinare l’anima in acciaio delle colonnine) ricalcano fedelmente quelli degli anni scorsi. Le ultime due colonnine sono state fatte esplodere nella notte tra lunedì e martedì scorsi, in via Oberdan 63 e in via Imbriani 251. Nei giorni precedenti, in raid isolati, erano stati distrutti altri 16 parcometri. Ma dall’anno 2011 ad oggi sono state oltre 100 le colonnine distrutte. Le proporzioni degli ultimi attentati assumono tratti inquietanti per i seri risvolti legati alla sicurezza.

«I malviventi utilizzano esplosivo ad alto potenziale – spiega Blasi – in grado di arrecare ingenti danni: le schegge di lamiera sono arrivate a decine di metri dal luogo dell’esplosione. Sono stati danneggiati edifici e auto in sosta. Temiamo soprattutto per l’incolumità delle persone. L’attentato in via Oberdan è emblematico a questo proposito: è avvenuto in una zona dove anche nelle ore notturne possono transitare cittadini». Blasi confida nell’operato delle forze dell’ordine, «dalle quali abbiamo ricevuto la massima attenzione». E fa appello a tutti i cittadini, «affinché ci aiutino a segnalare movimenti sospetti nelle ore notturne».

Il danno, spiega, «non è relativo tanto agli incassi asportati – poche decine di euro per ogni parcometro – quanto più alla rete della struttura, al mancato guadagno che ne deriva e al disservizio causato ai cittadini. Ogni colonnina ha un costo di circa 7.000 euro, che, moltiplicato per i 45 parcometri distrutti dall’inizio del 2017, durante la mia gestione, determinano un ammontare di oltre 300.000 euro. I parcometri fatti esplodere sono quasi tutti inutilizzabili: ciò significa che dobbiamo riacquistarli mediante una gara d’appalto, come prevede la normativa. E questo comporta un allungamento dei tempi di reinstallazione e di ripristino della normalizzazione della capillare copertura delle zone. Mediamente ogni parcometro dista da quello più immediato circa cento metri: invitiamo i cittadini ad essere pazienti e a utilizzare – nelle zone meno coperte – i diversi sistemi di pagamento elettronico, che sono oramai molto diffusi e di facile utilizzo».

Forse è solo una coincidenza, conclude Blasi, ma l’aumento e la recrudescenza degli attentati, a seguito dell’intensificarsi della lotta all’abusivismo, è emblematico. Qualora lo scopo di tali azioni criminose dovesse essere intimidatorio, si sappia che il nostro percorso intrapreso a contrasto dell’illegalità non avrà interruzioni. Anzi, riceve nuova linfa da tali atti».

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