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Catania, blitz dei Nas a Pubbliservizi: sigilli ai locali per le visite mediche

Di Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – È scattato lo scorso venerdì il blitz dei Carabinieri del NAS con il controllo ed il sequestro preventivo di due locali alle Ciminiere, dove erano in corso le visite mediche al personale dipendente della Pubbliservizi, perché privi dei requisiti minimi igienico sanitari e strutturali previsti dalla legge. I sigilli dei militari sono stati apposti sia al locale approntato per effettuare i prelievi di sangue, urina, elettrocardiogramma e spirometria, sia all’ufficio del Responsabile per la sicurezza, prevenzione e protezione dell’azienda. Il presidente della Pubbliservizi Silvio Ontario, che quel giorno non era presente in azienda, da noi contattato ha sottolineato che “per il servizio in questione era stata indetta una regolare gara d’appalto, controlleremo e verificheremo cosa sia successo in questa circostanza ed il perché la ditta appaltante non abbia rispettato le procedure corrette».

Di fatto l’intervento del Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri è arrivato come una doccia fredda, considerato che era dalla fine di novembre 2017 – quindi in pieno sciopero dei dipendenti per la mancata retribuzione e l’assenza di un contratto che garantisse il loro futuro – che negli stessi locali si stava procedendo alle visite dei 377 lavoratori della Pubbliservizi.

Venerdi scorso, in particolare, si trattava del personale addetto alla custodia ed erano appena stati visitati 5-6 dipendenti prima dell’arrivo dei militari, poco dopo le 8 del mattino.

Si tratta di una ulteriore tegola sulla Pubbliservizi, azienda partecipata della Città metropolitana da poco entrata in regime di concordato preventivo per evitare il fallimento, azienda nella quale il rapporto tra dirigenza e dipendenti non è affatto idilliaco.

I dipendenti infatti lamentano, tra le altre cose, poca comunicazione con i vertici e mancanza di trasparenza nelle procedure di affidamento dei servizi. D’altro canto la Presidenza Ontario sta cercando di salvare il salvabile in termini di legge, consapevole di essersi caricata di un’eredità poco appetibile sia dal punto di vista giudiziario che amministrativo.

Dal settore Viabilità comunicano di «aver ricevuto la notizia del sequestro mentre eravamo al Capannone Gelso Bianco, fermi perché senza gasolio per i mezzi da almeno 10 giorni… Che i locali per i prelievi non fossero idonei era un segreto di Pulcinella: che l’abbiano fatto per risparmiare? Ma non si può risparmiare sulla pelle dei dipendenti».

Abbiamo provato invano a contattare il responsabile per la Sicurezza, ci ha risposto invece Giovanni Musumeci, segretario Ugl «è grave che si sia protratta una situazione illegale per mesi, ancor più grave che dei risultati del bando di affidamento del servizio non ci sia traccia sul sito internet dell’azienda: la pubblicazione degli atti è dovuto a norma di legge; tra l’altro il sito internet non è neanche aggiornato a dovere in tutte le sue parti».

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